Il gassificatore incendia (solo) le polemiche

Michela Giachetta

Si continua a parlare di rifiuti. Le polemiche in materia paiono non avere fine. A pochi giorni dall’approvazione del decreto che obbliga i romani a gettare nel cassonetto «giusto» la spazzatura, ora il nuovo (vecchio?) problema è a Malagrotta, sede della principale discarica della città. Dal cassonetto alla discarica il passo dovrebbe essere breve. Sicuramente «brevi» non sono le polemiche che continuano da anni, soprattutto da parte dei cittadini della zona. Il punto è che Malagrotta è da tempo una «bomba a orologeria». Destinata a scoppiare. Letteralmente. Soprattutto se non si fa qualcosa. È quello che deve aver pensato Marco Verzaschi, ormai ex sub commissario straordinario per i rifiuti nel Lazio, che con un’ordinanza nel 25 marzo scorso, poco prima dell’elezioni regionali, ha autorizzato la realizzazione di un termovalorizzatore gasificatore: i rifiuti sono troppi, occorre bruciarli.
«Un vero e proprio attacco all’ambiente e ai cittadini», questa la definizione dell’atto legale di Verzaschi, coniata da Filiberto Zaratti, capogruppo dei Verdi alla Regione Lazio, e Peppe Mariani, consigliere regionale dello stesso partito. «Questo blitz di Verzaschi e Storace, all’epoca presidente della Regione, è inaccettabile - dicono Zaratti e Mariani -. Anche perché fatto pochi giorni prima delle elezioni». «È necessario - continuano - annullare l’ordinanza al più presto e realizzare un tavolo di confronto tra Regione, Provincia e Comune per affrontare il problema rifiuti, convinti che ogni iniziativa in materia non possa prescindere dal consenso dei cittadini di Massimina e Ponte Galeria e dei comitati che li rappresentano». Secondo Verzaschi questo «tavolo di confronto» è già avvenuto. Non solo. «L’impianto - specifica lo stesso - che è a carattere sperimentale e a emissioni zero, è stato approvato all’unanimità dal consiglio del XVI Municipio un anno fa e ha ottenuto una valutazione di impatto ambientale favorevole. È un impianto molto piccolo che, se realizzato, lavorerà con il controllo dell’Arpa». Secondo Verzaschi anche la data dell’ordinanza autorizzatoria, che porta la data del 25 marzo, è casuale. «L’iter tecnico era chiuso già da mesi e per l’ordinanza stavamo aspettando la valutazione di impatto ambientale che è arrivata a metà marzo». Fin qui le tradizionali polemiche fra maggioranza e opposizione. Ma all’interno della stessa maggioranza sulla questione i punti di vista sono i più disparati, anche per quanto riguarda le persone coinvolte nell’approvazione dell’ordinanza. «Il provvedimento del 25 marzo è arrivato dopo diversi anni di istruttoria tecnica e sulla base di un piano di intervento sul tema dei rifiuti ampiamente conosciuto da tutti - sostiene il capogruppo della Margherita alla Regione Lazio, Mario Di Carlo -. Meraviglia piuttosto che gli altri interventi previsti per portare a regime il complesso sistema di trattamento dei rifiuti ancora non siano stati portati a termine». «Solo questo - continua Di Carlo - ci permetterebbe di avere un moderno sistema di trattamento dei rifiuti composto di raccolta differenziata». Favorevole al gassificatore anche il capogruppo della Margherita del XVI municipio Luigi Monini: «Permetterà di minimizzare l’impatto della discarica sulla cittadinanza e, soprattutto, il suo allargamento».

Il presidente della Regione, Piero Marrazzo, si dichiara «favorevole ad aprire un tavolo di confronto in materia». Tra un «tavolo», un cassonetto e una discarica, l’impressione è che a «bruciare», almeno per un po’, saranno solo le polemiche.

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