La Gelmini boccia Penati: «Ancora troppe scuole da mettere in sicurezza»

«Sulla pagella si becca un cinque pieno». Mariastella Gelmini boccia Filippo Penati. Il ministro dell’Istruzione motiva il voto: «Non ha mai saputo fare un’addizione per il bene pubblico. Solo sottrazioni dal bilancio. E in campagna elettorale è stato pure condannato dall’Authority per le Comunicazioni per avere usato soldi pubblici. Quanto al profitto, meglio lasciar perdere: neanche un metro di autostrade e le scuole ancora da mettere in sicurezza».
Ma a bocciare l’inquilino uscente di Palazzo Isimbardi non è solo il ministro Gelmini. A giudicarlo incapace di governare sono qualcosa come 790.027 milanesi, quelli che al primo turno hanno indicato Guido Podestà perché, ricorda Gelmini, «pretendono di avere un presidente degno di questo ruolo». E per «averlo» c’è solo un modo: «Strappare alla sinistra anche la Provincia di Milano. Abbiamo un vantaggio di dieci punti e possiamo confermarlo. La Provincia ha bisogno di una coerenza politica con le altre Istituzioni». Scoppia l’applauso, ovazione per «Podestà presidente» in piazza San Carlo, lungo corso Vittorio Emanuele.
Già, «coerenza politica» reclamata dal voto del primo turno e che occorre riconfermare il 21 e 22 giugno quando, chiosa Guido Podestà, «ogni voto può essere determinante: «Abbiamo avuto un risultato eccezionale, che nessun candidato al primo turno ha mai avuto. Certo, c’è l’amaro in bocca per un risultato sul filo di lana. Ma c’è, ora, la nuova partita e ogni voto può essere determinante». Consensi fondamentali, continua il candidato Pdl e Lega alla Provincia di Milano, per far piazza pulita di «una sinistra incapace, che dice menzogne, che spreca il denaro pubblico» e che, giusto per capirci, è «una banda che pensa solo al potere e non al bene dei cittadini». Giudizi pesanti come pietre, documentati da determine e delibere made in Penati che, tra l’altro, rivela Podestà «per avere un posto d’onore alla prima della Scala è entrato nella Fondazione del teatro scaligero ma ancora deve versare due milioni e mezzo di euro».
Milioni come noccioline, milioni sprecati in operazioni finanziarie spregiudicate: «Che troviamo in cassa? Certamente il disastro finanziario e per questo, per prima cosa farò una new diligence serissima e precisa». Prima però occorre vincere e anche se Ignazio La Russa garantisce che «stravinciamo» non «occorre dare nulla per scontato». Avvertenza del ministro della Difesa che, naturalmente, è fiducioso sul risultato: «È come quando l’Inter vince 4 a 0 col Catania. Vuol dire che è più forte. Ma se poi va a giocarsi la partita del ritorno senza convinzione, magari giocando in 9 contro 11, non è detto che l’Inter vinca». Come dire: «Se ce la giochiamo bene e ce la giochiamo tutti, vinciamo di sicuro».
La Russa però ha un timore: «Il caldo, l’estate. Vinciamo ma ricordiamoci di andare a votare e di non dare nulla per scontato». Evidente, insomma, che la «partita bisogna giocarla» senza «pensare di avere già vinto» perché il nemico è il «caldo»: «Non ho paura della defezione di qualcuno, ho paura del caldo».

E mentre si sa che la Lega è pancia a terra - «è molto impegnata, Umberto Bossi se dice una cosa la mantiene» -, Guido Podestà ricorda all’elettorato Udc che «tutto ci unisce, nulla ci divide» e che «l’Udc sostiene la giunta Moratti e appoggia la giunta Formigoni».

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