Genova nasconde i «suoi» prezzi

Francesco Gambaro

La metà dei negozi genovesi non espone i prezzi della merce in vendita all'interno dei locali. Per carità, Genova è in buona compagnia: a Bari, Napoli, Cagliari e Roma va anche peggio. Un po’ a sorpresa i negozi più trasparenti sono quelli di Palermo e di Milano, mentre la maglia nera spetta a Bari con 77 negozi su 100 «fuori legge». Fa discutere l'indagine condotta dall'associazione «Altroconsumo» su 724 tra negozi, supermercati e ipermercati in dieci città italiane e 46 europee. Nonostante la legge e le sanzioni amministrative, il 44 per cento dei negozianti italiani continua a non esporre i prezzi della merce. Mentre la legge - ricorda Altroconsumo - è chiara: il prezzo di vendita e quello per unità di misura, quando previsto, devono essere indicati per tutti i prodotti in modo inequivocabile e facilmente leggibile sia all'interno dei negozi, sia in vetrina. Per i trasgressori le sanzioni amministrative sono «salate»: da 516 a 3.099 euro. L'indagine, che ha portato alla scoperta delle infrazioni, è stata condotta a Genova su un campione di 63 locali per quanto riguarda i prezzi esposti all'interno e di 60 punti vendita per la leggibilità dei prezzi in vetrina. Risultato? Il 57 per cento dei negozi del capoluogo ligure non mette in evidenza i prezzi in vetrina, mentre il 51 non li espone all'interno dei locali.
E a proposito di prezzi, l'ufficio statistico del Comune ieri ha pubblicato i dati relativi al biennio 2004/2005. Nel 2004 l'inflazione a Genova ha fatto segnare un aumento del 2 per cento, meno del corrispondente valore nazionale (2,2), l'anno scorso dell'1,7.

Nel 2005 i capitoli con i valori d'inflazione più elevati sono stati «Bevande alcoliche e tabacchi» col 6,3 per cento e «Abitazione, acqua, elettricità e combustibili» col 4,7 in linea con i valori nazionali. Valori negativi, invece, per gli apparecchi fotografici e cinematografici (-10,8), per giochi e giocattoli (-4,4) e per gli elettrodomestici (-0,2).

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