"Passo il testimone a una nuova generazione": Biden spiega il suo ritiro dalla corsa elettorale

"È stato l'onore della mia vita essere stato il vostro presidente". In un breve discorso Joe Biden ha spiegato alla nazione le ragioni del suo passo indietro come atto di responsabilità verso il futuro

"Passo il testimone a una nuova generazione": Biden spiega il suo ritiro dalla corsa elettorale

Di farwell address ne scriverà uno (o chi per lui) quando sarà il momento di lasciare la Casa Bianca. Ma il vero addio di Joe Biden alla politica e agli Americani resterà quello di questa notte. Alle 20.00 della East Coast, il presidente degli Stati Uniti, in diretta dallo Studio Ovale, ha spiegato alla nazione e al mondo le ragioni del proprio ritiro dalla competizione elettorale.

Biden e la storia americana

"È stato l'onore della mia vita essere stato il vostro presidente". Così Biden ha iniziato il suo discorso alla nazione, durato poco più di undici minuti. L’apertura è quella delle grandi occasioni: il presidente parla circondato da ritratti di straordinari presidenti americani. Nelle sue parole c’è spazio per Thomas Jefferson, George Washingtonche ha mostrato che i presidenti non sono re”, Abraham Lincoln, Franklin Roosevelt e la sua “libertà dalla paura”.

Da questa apertura in poi, Biden si lascia andare a continui riferimenti alla Costituzione. “Venero questa carica, ma amo di più il mio Paese. È stato l'onore della mia vita servire come vostro presidente. Ma nella difesa della democrazia, che è in gioco, penso che sia più importante di qualsiasi titolo. Traggo forza e trovo gioia nel lavorare per il popolo americano. Ma questo sacro compito di perfezionare la nostra unione non riguarda me, riguarda voi. Le vostre famiglie, il vostro futuro”.

Riguarda noi, il popolo”, insiste Biden citando il più sacro testo americano per una previsione sul futuro: “L'America dovrà scegliere tra andare avanti o indietro, tra speranza e odio, tra unità e divisione”. Poi, un invito all’unità: “In questo momento, possiamo vedere coloro con cui non siamo d'accordo non come nemici ma come, voglio dire, concittadini americani: possiamo farlo?”, si chiede il presidente appellandosi al suo “popolo buono”.

Le ragioni della scelta del presidente Biden

Nel passaggio successivo, il presidente ha spiegato le ragioni della sua scelta: “Nelle ultime settimane, mi è diventato chiaro che devo unire il mio partito in questa impresa critica. Credo che il mio curriculum da presidente, la mia leadership nel mondo, la mia visione del futuro dell'America, tutto meriti un secondo mandato. Ma niente, niente può ostacolare la salvezza della nostra democrazia. Ciò include l'ambizione personale”.

Da qui la decisione di “passare il testimone a una nuova generazione…E quel tempo e quel luogo è adesso”. Passa, dunque, a spiegare gli impegni futuri: “Nei prossimi sei mesi mi concentrerò sul mio lavoro di presidente. Ciò significa che continuerò ad abbassare i costi per le famiglie che lavorano duramente, a far crescere la nostra economia. Continuerò a difendere le nostre libertà personali e i diritti civili, dal diritto di voto al diritto di scelta. Continuerò a denunciare l'odio e l'estremismo, chiarendo che non c'è posto, nessun posto in America per la violenza politica o per qualsiasi violenza, punto. Continuerò a parlare per proteggere i nostri figli dalla violenza delle armi, il nostro pianeta dalla crisi climatica come minaccia esistenziale”.

Le battaglie dell'amministrazione Biden-Harris

Il racconto del programma dei prossimi mesi è anche strumento per un remind sulle battaglie e le conquiste ottenute: la lotta al cancro, la riforma della Corte Suprema. “Sono il primo presidente di questo secolo a riferire al popolo americano che gli Stati Uniti non sono in guerra in nessuna parte del mondo. Continueremo a radunare una coalizione di nazioni orgogliose per impedire a Putin di prendere il controllo dell'Ucraina e causare altri danni. Manterremo la NATO più forte e la renderò più potente e unita che in qualsiasi altro momento della nostra storia. Continuerò a fare lo stesso per i nostri alleati nel Pacifico. Sapete, quando sono arrivato in carica, la saggezza convenzionale era che la Cina avrebbe inevitabilmente superato, superato gli Stati Uniti”. Ma c’è stato spazio anche per
la guerra a Gaza, gli ostaggi, gli americani ingiustamente detenuti in tutto il mondo.

Per un momento il ricordo va alla pandemia, “la peggiore crisi economica dalla Grande Depressione” ma anche “al peggior attacco alla nostra democrazia dalla Guerra Civile” e alla convinzione che l’America ne sia uscita più forte, più prospera e più sicura.

E poi ancora dettagli “elettorali” sui meriti del suo mandato: i dati macroeconomici, i nuovi posti di lavoro, gli stipendi in aumento, l'inflazione che continua a scendere, il divario di ricchezza razziale altrettanto. Il primato nei chip, nella scienza e nell'innovazione. La lotta contro Big Pharma per abbassare il costo dei farmaci per gli anziani, la legge che protegge i veterani esposti a materiali tossici come il “suo” Beau.

Biden in pochi minuti sciorina tutti i punti cardine del suo mandato: il tasso di criminalità violenta al minimo da 50 anni, la politica riguardo il confine meridionale.
L'America è un'idea. Un'idea più forte di qualsiasi esercito, più grande di qualsiasi oceano, più potente di qualsiasi dittatore o tiranno. È l'idea più potente nella storia del mondo. Questa idea è che riteniamo queste verità evidenti di per sé”, cita la Dichiarazione di Indipendenza, Biden, ma anche la ricerca della felicità tanto cara ai Padri Fondatori. “Non ci siamo mai pienamente conformati a questo, a questa idea sacra, ma non ce ne siamo mai allontanati. E non credo che il popolo americano se ne allontanerà ora”.

L'endorsement a Kamala Harris e il congedo dalla nazione

Nella fase conclusiva c’è poi spazio per la scelta di appoggiare Kamala Harris, che ringrazia: “È esperta, è tenace, è capace. È stata una partner incredibile per me e una leader per il nostro Paese”. E rimette nelle mani del popolo americano la repsonsabilità del futuro: “Ora la scelta spetta a voi, popolo americano. Quando farete questa scelta, ricordate le parole di Benjamin Franklin appese alla mia parete qui nello Studio Ovale, accanto ai busti del Dr. King, di Rosa Parks e di Cesar Chavez”. Il riferimento va alle parole di Franklin al quale fu chiesto, mentre usciva dalla convention in corso, se i Padri Fondatori avessero dato all'America una monarchia o una repubblica. La risposta di Franklin fu: "Una repubblica, se riuscirete a mantenerla".

Un ultimo accenno alla propria storia personale. Un dettaglio già noto circa il passato di Biden: “In nessun altro posto sulla Terra un ragazzo balbuziente, cresciuto a Scranton, in Pennsylvania, e a Claymont, nel Delaware, avrebbe potuto un giorno sedersi dietro il Resolute desk nello Studio Ovale come presidente degli Stati Uniti, ma eccomi qui”.

Promesse e possibilità”, così Biden ha sintetizzato l’anima dell’America. “La storia è nelle vostre mani. Il potere è nelle vostre mani. L'idea dell'America è nelle vostre mani”.

Stringe i pugni guardando la telecamera, il quasi ex presidente degli Stati Uniti. “Quindi agiamo insieme, preserviamo la nostra democrazia”. Poi, con un filo di voce, la chiusura di rito: “Dio vi benedica tutti e possa Dio proteggere le nostre truppe. Grazie”.

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