Aiuto, i parcheggi blu ci hanno lasciato al verde

(...) Così come mi fa piacere ricordare la gentilezza dell'operatrice agli sportelli e del responsabile degli sportelli di viale Brigate Partigiane dopo il furto di un contrassegno per la Blu Area, con il buonsenso superiore alla lettera della norma.
Insomma, buone notizie. Però. Però c'è un grosso problema. E cioè i costi delle Blu Area e delle Isole Azzurre. Qualche settimana fa, di passaggio in Romagna, ho assistito a scontri dialettici sanguinosi perchè il costo dei parcheggi comunali a pagamento saliva a un euro e sessanta centesimi, peraltro solo alcuni giorni e per alcune ore particolari alla settimana. Eppure, quel tetto aumentato di pochi centesimi indignava i cittadini, pronti a ribellarsi. E le stesse tariffe si trovano in tante altre parti d'Italia, metropoli comprese, dove nessuno ha tariffe per il posteggio così care come quelle genovesi.
Storia uguale per le località di villeggiatura: a Pinarella di Cervia, frequentatissima località per famiglie (dove, fra parentesi tutti pagano il biglietto sull'autobus, versando l'euro e venti richiesto direttamente all'autista, altrimenti non salgono), parcheggiare in riva al mare costa 0,25 euro all'ora, ma con un massimale di quattro euro al giorno. Con l'aggravante (in positivo) del fatto che si tratta, per l'appunto, solo dei posti immediatamente a ridosso della spiaggia, mentre la stragrande maggioranza degli stalli sono gratuiti. Mentre da noi si vai dai soliti due euro e mezzo di corso Italia a tariffe analoghe o addirittura più alte per altre località balneari delle nostre riviere.
Poi, certo, mi rendo conto perfettamente che la Romagna non è la Liguria e che il territorio pianeggiante favorisce la possibilità di parcheggio. Ma, insomma, l'idea di fare blu i turisti con le strisce blu, non mi sembra geniale. Soprattutto, rischia di trasformarli in ex turisti.
Alla nostra latitudine, invece, viene accettato l'inaccettabile balzello di due ore e mezzo all'ora, capace di prosciugare le tasche dei cittadini.
E, fra l'altro, ormai - pur essendo differenziate le tariffe della sosta in alcuni quartieri - anche nelle zone periferiche sono salite moltissimo. Si pensi, ad esempio, a Sampierdarena, dove fino a poco fa si poteva parcheggiare, ragionevolmente, a cinquanta centesimi l'ora, tariffa ora triplicata a un euro e mezzo. Che è più cara di alcune aree centrali delle principali città italiane. E lo stesso si potrebbe dire di tante altre zone dove la vernice blu per le strisce pedonali è utilizzata in maniera talmente massiccia da sembrare un'antropometria di Yves Klein.
Mica finita: ma era proprio necessario diversificare «blu area» e «isole azzurre», che hanno regolamentazioni e funzionamenti diversi fra loro, usando un colore quasi identico? Ad esempio, fare «blu area» e «isole rosse» non sarebbe stato più chiaro, ad esempio in zone come la Foce o Carignano dove è facilissimo sbagliarsi confondendo un tipo di parcheggio con l'altro, rischiando salatissime multe? Pur essendo io (politicamente) abbastanza afflitto da idiosincrasia per il rosso, giuro che non avrei gridato al complotto politico da parte della giunta comunale.
Qui, non è questione di regolamenti, so perfettamente che se uno prende la multa perchè non legge i cartelli e non sa le norme, è colpa sua. Ma, ragionare con il buonsenso non è una cattiva trovata.
Pensateci, può essere un'idea.

Altrimenti il rischio concreto è quello che i cittadini interpretino il colore molto simile come la volontà di provarci. Con l'effetto che le strisce possono essere blu o azzurre, ma il cittadino vessato resta al verde. Perchè lo fanno nero.

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