Bortolazzi, cuore rossoblù che tradisce il primo amore

Con la maglia della Fiorentina ha esordito in serie A a 18 anni. Con quella del Genoa si è consacrato ad alti livelli, portando i rossoblù al quarto posto e alla semifinale di coppa Uefa. A Firenze è rimasto tre stagioni, a Genova otto, diventando il leader carismatico della squadra allenata da Bagnoli. Per Mario Bortolazzi, oggi collaboratore tecnico di Roberto Donadoni a Parma, Fiorentina-Genoa non è una partita come le altre.
Che ricordi hai dell'esperienza in maglia viola?
«Ho un ricordo molto bello. La Fiorentina è stata la mia prima squadra in serie A, quella con cui ho esordito a 18 anni. Viaggiavo un po' tra la Primavera e la prima squadra. Con la Primavera ho vinto il campionato. Era la Fiorentina di Antognoni, Oriali, Pecci, Bertoni e Passarella, giocatori straordinari e grandi persone che mi avevano preso sotto la loro ala protettiva».
E degli anni rossoblù cosa ricordi?
«Genova è stata una tappa fondamentale nella mia carriera: otto anni vissuti intensamente con tante soddisfazioni e qualche delusione. I ricordi più belli sono legati al biennio con Osvaldo Bagnoli, quando arrivammo quarti in campionato e in semifinale di coppa Uefa. I momenti più esaltanti sono stati il derby vinto dopo 13 anni, la partita contro la Juventus che ci ha permesso di andare in Europa e l'impresa contro il Liverpool ad Anfield».
Il ricordo più brutto?
«Lo spareggio per non retrocedere giocato a Firenze contro il Padova. Quando Galante ha sbagliato il rigore decisivo, mi è crollato il mondo addosso. Mi sono sentito svuotato. È stata la delusione più grande della mia carriera anche perché a Firenze c'erano 20mila genoani».
Fiorentina-Genoa è un match proibitivo per i rossoblù?
«Di proibitivo non c'è nulla. Il Genoa visto quattro partite fa a Parma mi ha dato l'impressione di essere una squadra solida e compatta, che ha trovato una sua quadratura. Ballardini sta facendo un buon lavoro. Contro Roma e Milan, i rossoblù non meritavano di perdere».
I viola hanno punti deboli?
«La Fiorentina sta giocando bene, ha grande personalità e merita questa posizione in classifica. A volte è una squadra un po' troppo leziosa, ma è anche ciò che le ha permesso di imporre sempre il proprio gioco e di incutere timore negli avversari».
Il Genoa è più forte del Siena?
«Credo che i rossoblù abbiano più chance di salvarsi rispetto al Siena. Il fatto di giocare a Marassi lo scontro diretto è un bel vantaggio. Però non sarà facile perché la squadra di Iachini in trasferta sta ottenendo buoni risultati e ha gente veloce come Emeghara e Rosina».
Come vivi l'esperienza di collaboratore tecnico?
«Mi trovo bene in questo ruolo. Ho la possibilità di lavorare sul campo insieme al vice di Donadoni, Luca Gotti. In passato mi sarebbe piaciuto allenare, ma trovare una squadra in Italia è difficile».


E se ti chiamasse il Genoa?
«Qualche anno fa ci fu un contatto a livello di settore giovanile, poi non se ne fece nulla. Mi sembra di capire che la filosofia del club rossoblù sia quella di non puntare sugli ex giocatori».

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