Cibo e fitness, la vera ricchezza della nostra città

(...) Soprattutto, ha raccolto la citazione più forte: il modello di imprenditore incarnato da Adriano Olivetti, quell'umanesimo del lavoro che costituì il momento più alto della storia recente italiana, raccontato benissimo negli spettacoli dedicati a Olivetti da Laura Curino e Gabriele Vacis.
Leggiamole, allora, queste frasi di due imprenditori che (soprattutto Alessandri, certo) hanno creato un miracolo economico di livello mondiale. E, man mano che le leggiamo tutte, applichiamole alla Liguria. Partendo da Farinetti: «Ci salverà la bellezza. Ho ritrovato il passaggio in cui Dostoevskij, nell'Idiota, fa dire al Principe: “La bellezza salverà il mondo“. Io dico: la bellezza salverà l'Italia». Poi, dopo aver ricordato il nostro declino storico rispetto ai fasti dell'antichità, il patron di Eataly, ricorda le tre inversioni di tendenza: Rinascimento, Risorgimento, Miracolo Economico, «Quindi bisogna esportare bellezza: agroalimentare, moda e design, industria manifatturiera di precisione, arte e cultura».
E qui arriva il patron delle macchine per palestra, ma soprattutto della filosofia del benessere che sta alle spalle delle macchine. Non basta un tapis roulant o un bilanciere per capire cosa significa «wellness». Proprio qui nasce l'idea che, a mio parere, è assolutamente trasferibile alla Liguria. E viene da un signore che, vent'anni fa, si arrovellava in un caldissimo garage di Gambettola, paesino poco fuori Cesena, senza nemmeno un telefono: chiamava da una cabina con i gettoni e riceveva le telefonate a casa della nonna. Oggi è il numero uno al mondo nel suo settore. Insomma, dice Alessandri: «L'Italia ha una chance da giocare per crescere come Paese, tanto più in questa fase di crisi economica: investire sulla qualità della vita (...), diventando il primo produttore di benessere al mondo. Da vent'anni penso che la rinascita dell'Italia possa avvenire rivalutando il proprio Dna naturale, quello della qualità della vita, qualcosa che fa parte della nostra storia». Tradotto dalla filosofia alla poesia, concretissima: «Mettiamo a sistema l'arte, la cultura, il turismo, la moda e il design. Facciamo lavorare insieme quegli asset straordinari che abbiamo soltanto qui, il patrimonio culturale, l'enogastronomia, le tecnologie per la salute dalla nutrizione al biomedicale». E qui arriva il punto centrale: «La qualità della vita è il vero Made in Italy, unico, inimitabile, che non si può delocalizzare, che neppure i cinesi possono copiare. (...) Sarebbe come il petrolio per gli arabi, il valore della qualità della vita italiana è il nostro petrolio».
Parole che fanno gridare, gioiosamente, al «nuovo Umanesimo»: «Star bene, conviene a tutti. I vantaggi per ogni singolo individuo sono evidenti, ma conviene anche allo Stato che avrebbe meno spese per il welfare. E conviene anche al mondo dell'industria, perchè persone che stanno bene sono più serene e contribuiscono a rendere il sistema produttivo più efficiente e quindi più competitivo».
Ora, prendete la parola «Italia» e sostituitela ogni volta con le parole «Liguria» e «Genova».

Poi, pensate alla bellezza del nostro territorio e alle sue risorse culturali, agroalimentari e paesaggistiche (e sì, pure del biomedicale). Poi, se volete, parliamo del futuro della città e della regione.
(1-continua)

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