E la Regione nasconde quello che viene detto in aula

La Regione che si dice tanto «trasparente», in realtà nega persino ai consiglieri la possibilità di sapere esattamente cosa viene detto in commissione. Bisogna accontentarsi di quello che scrivono i dipendenti riassumendo a loro piacimento il contenuto degli interventi. In realtà tutte le sedute vengono registrate ma i file audio non possono essere ascoltati.
Il caso esplode a seguito di una semplice richiesta di accesso agli atti da parte del consigliere regionale Raffaella Della Bianca. La rappresentante dei Riformisti italiani aveva partecipato a una commissione durante la quale era stato ascoltato i direttore generale del San Martino, Mauro Barabino. «Ricordo alcune frasi che aveva detto e che nel suo intervento, di fatto si piegava alla volontà della giunta - fa presente Della Bianca -. Per riprendere esattamente quel suo intervento e fare un'analisi politica della situazione sanitaria, che peraltro vede proprio la gestione del San Martino come una delle situazioni più gravi per il disavanzo, aspettavo di conoscere le sue parole esatte. Ma il resoconto contenuto nel verbale neppure faceva riferimento a quel passaggio. Per questo ho chiesto di avere i file audio della seduta». Con due note successive del 23 e 26 ottobre, la consigliera aveva chiesto agli uffici gli atti. Per due settimane non ha avuto risposta. Poi, la risposta, che ha dell'incredibile, perché conferma come la Regione vieti formalmente l'accesso agli atti, imponendo solo un verbale per estratto.
I funzionari rispondono dopo aver «sentito anche il vice segretario generale dell'Area Gestione Processo Normativo». Quindi dopo averci ragionato su: «Si ricorda, innanzitutto, che il verbale relativo alla seduta in questione è stato approvato, ai sensi della procedura di cui all'articolo 74 del Regolamento interno, in data 31/01/2011 ed è, pertanto, divenuto atto pubblico che fa fede fino a querela di falso - è l'invito ad accontentarsi -. La registrazione delle sedute di Commissione, peraltro priva di idonee garanzie di completezza, è predisposta a mero uso interno al fine della redazione del verbale da parte del Funzionario, come si evince dalle disposizioni regolamentari. Pertanto si è spiacenti di comunicare che, in assenza di specifiche determinazioni o di diverse regolamentazioni, la richiesta avanzata non è allo stato attuale accoglibile». Insomma, quel che decide il funzionario diventa verità assoluta.

A meno che qualcuno non gli ordini di fare diversamente. Sbalordito il commento della consigliera che aveva sollevato il problema: «Pare che il regolamento della Regione valga più della legge sulla trasparenza degli atti».

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