Gasta, il capitano che mancava alla Sampdoria

(...) lui non ha toccato la gamba di Calaiò, ma che è stato il corpo dell'attaccante senese a materializzarsi dal nulla davanti a lui, Gasta va dall'arbitro e gli dà un cinque, ricambiato, complimentandosi per la decisione.
Secondo fermo immagine: dopo pochi minuti il numero 28 della Sampdoria va in attacco e segna di testa, esattamente come aveva fatto nei play-off, regalando la serie A alla sua squadra.
Terzo fermo immagine: all'aeroporto di Genova, prima della partenza per la sfortunata partita dei play-off col Werder Brema. La stragrande maggioranza dei giocatori non saluta e incrocia passanti, tecnici e giornalisti continuando a masticare chewing-gum o a toccarsi la conformazione dei capelli strapieni di gel, limitandosi a parlare con i compagni di squadra. Antonio Cassano non parla nè con le categorie bannate dai suoi compagni, nè con i compagni stessi. Daniele Gastaldello ci vede, si avvicina e saluta per primo, con un'educazione, un tono e una cortesia rari nel mondo del calcio.
Quarto fermo immagine: lo scorso anno, dopo la retrocessione, la società Sampdoria chiede ai giocatori che hanno onerosissimi ingaggi da serie A di ridursi l'ingaggio. Accettano solo in due: Massimo Maccarone, giocatore sempre fischiatissimo dalla Sud, ma che non si risparmia mai, e - per l'appunto - Daniele Gastaldello. Gli altri, quelli delle lacrime e delle scuse per la retrocessione, quelli della maglia stampata sulla pelle, quelli più blucerchiati di ogni blucerchiato, quelli amatissimi dai tifosi, quelli che «come lui non c'è nessuno», quelli che «se Lippi li avesse fatti giocare al Mondiale, saremmo qui a raccontare un'altra storia», quelli che quando li criticavamo sui blog fiorivano gli insulti (ovviamente anonimi e ovviamente scritti spesso dagli stessi che oggi sostengono le stesse tesi), non accettano. L'ultima campagna trasferimenti fa capire qualcosa in più su questa storia.
Insomma, la Sampdoria ha trovato un capitano. E l'ha già trovato dall'inizio dello scorso anno, da quando Atzori ha messo fuori squadra Palombo per fare spazio a Obiang. In quel momento e nel pellegrinaggio da Edoardo Garrone dopo la sconfitta di Nocera Inferiore per chiedere di dare ancora fiducia al tecnico, prendendosi tutte le colpe, nasce il nuovo leader della squadra. Un leader timido, educato, perbene e dolce. Un leader buono. Ma, nonostante questo, e forse proprio per questo, ancora più leader. Lì nascono le premesse per la serie A e lì nascono i sei punti in due partite delle prime giornate del campionato.
Poi, certo, conta anche Ferrara, che sta dando entusiasmo all'ambiente. Conta l'intelligenza di Duccio Garrone di aver fatto un passo indietro al momento giusto, pur restando indispensabile. Conta la passione di Edoardo Garrone, che si sta muovendo come un grande presidente. E conta soprattutto l'arrivo di Maresca, il giocatore che fa la differenza.

La faceva una vita fa con la Juventus e l'ha fatta l'altra sera in blucerchiato. Il fuoriclasse che mancava.
Ma, insieme a tutto questo, la Sampdoria ha trovato un capitano. Vero giocatore. Ma, soprattutto, vero Uomo. Conta di più.

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