La Liguria dichiara guerra alla Svizzera per «via Montale»

La Liguria dichiara  guerra alla Svizzera  per «via Montale»

di Ferruccio Repetti

Che il Bel Paese - il nostro, beninteso, non il formaggio con l’etichetta dell’abate Stoppani - non goda, attualmente, di enorme prestigio dal punto di vista economico e finanziario è un’evidenza fuori discussione, anche dopo il sobrio intervento di tanti sobri professori cosiddetti «tecnici del mestiere». Ma che questo significhi mettere l’Italia all’indice internazionale anche dal punto di vista della cultura e dei suoi rappresentanti più universalmente riconosciuti e stimati pare davvero un po’ troppo.
Eppure, c’è qualcuno (o molti, chissà, lo vedremo) che dalle parti della Svizzera, in particolare, nel Canton Ticino, pensa che, tanto per dire, uno come Eugenio Montale non sia degno di vedersi intitolare una via o una piazza nel Paese noto soprattutto per le Alpi, il cioccolato, il formaggio coi buchi e il segreto bancario. Si dà il caso, infatti, che una certa Lega dei Ticinesi di Lugano - ne ha dato notizia domenica il Corriere della sera - abbia intenzione di promuovere un referendum contro la scelta della città di intitolare una via al poeta genovese, Premio Nobel nel 1975.
Tutto questo, in quanto - sono sempre i nobel della Lega dei Ticinesi a spiegarlo - il fatto che Montale sia stato un senatore a vita, un politico italiano, non gioca a suo favore per entrare a far parte della rosa di nomi destinati a battezzare una ventina di strade della città svizzera. Non basta: Montale, secondo questi leghisti d’Oltralpe, rappresenterebbe addirittura «parte dei mali italiani. E quindi è meglio uno di qui».
Immediata la reazione dell’assessore ligure alla Cultura, Angelo Berlangieri. Che diffonde una nota particolarmente e giustamente piccata: «Montale è un nome della cultura non solo ligure, ma internazionale - sottolinea l’assessore -, trovarlo al centro di una levata di ingegno come quella che ci arriva da Lugano è una cosa incredibile, da sotterrare con una sonora risata. È come se Genova cancellasse il nome del pittore svizzero Paul Klee dal liceo artistico e Trieste eliminasse dalla toponomastica cittadina quello dello scienziato, anch'egli elvetico, Auguste Piccard, progettista del famoso batiscafo che porta il nome della città. E tanti altri. Confido - conclude comunque Berlangieri - nel buon senso della città di Lugano e dei ticinesi nel respingere questa proposta, ma credo sa utile un contatto con le autorità diplomatiche.

Se l'episodio non fosse gravemente lesivo della cultura rappresentata da Montale, che ha sempre mantenuto ottimi rapporti con la Svizzera, non sarebbe neppure da commentare».
A meno che la sedicente Lega dei Ticinesi di Lugano non rappresenti che un’esigua, praticamente goliardica minoranza. Che preferisce occuparsi di formaggio coi buchi più che di buchi nella cultura. La propria.

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