Nel Pd ligure tutti contro Renzi E i giovani stanno con i vecchi Pci

(...) che di idee effettivamente giovani. E mi pare surreale che, spesso, se si vuole avere uno scarto reale occorre ascoltare Claudio Burlando, piuttosto che alcuni personaggi che magari hanno quarant'anni in meno di lui, ma ragionano come fossero i fratelli maggiori di Mario Margini. E non si tratta di un gran complimento.
Il segretario Lunardon, che mi raccontano anche essere capace, sembra un personaggio appena uscito dal film Le vite degli altri, quello sulle spie nella Germania Est. Poi, è vero che Lombroso non fa testo, però fisiognomicamente Lunardon un po' così lo sembra davvero.
Questi nostri dibattiti prima che Renzi diventasse Renzi, il Renzi di oggi intendo, fra l'altro hanno avuto una serie di controprove. E quando Matteo è venuto a presentare il suo libro nel salone di rappresentanza di Palazzo Tursi, l'appuntamento si è svolto in clandestinità, un po' come avveniva in Russia, con la circolazione dei samizdat, i libri clandestini. Nessun comunicato dal Pd, che pure aveva un suo sindaco impegnato e solitamente annuncia anche la presenza in città della vicecoordinatrice del movimento femminile della provincia di Isernia; nessun comunicato dal Comune, che pure ospitava l'incontro e addirittura nessun comunicato dall'editore. Insomma, nemmeno una breve sui giornali per presentarlo.
Questo è il quadro e, anche oggi, in piena Renzi-mania, non abbondano i fan di Matteo. Non fra la gente, di quelli ne trovo in continuazione, ma fra gli esponenti di partito. A Imperia e Genova non ci sono notizie sui potenziali renziani. Alla Spezia, c'è il nuovo ingresso del consigliere regionale Alessio Cavarra (che si porta dietro i due Juri, Michelucci e Mazzanti, rispettivamente dirigente di partito e sindaco di Santo Stefano Magra, che fin dal nome di battesimo non sembrano la quintessenza del liberalismo riformista) e potrebbe avvicinarsi al sindaco di Firenze anche Lorenzo Forcieri, presidente dell'Autorità Portuale della Spezia, ma soprattutto uomo che, nonostante la sua provenienza da comunista di Sarzana, che è come dire Mosca con Breznev, ha saputo sempre ragionare e smarcarsi dai luogocomunismi. Si pensi, ad esempio, a quando ha fatto il sottosegretario alla Difesa, trovandosi perfettamente in linea con la Nato. Insomma, pur essendo più anziano di età e di partito, Forcieri ha la testa per poter essere renziano. A differenza del deputato Andrea Orlando, che ha l'età, ma è antirenziano e superbersaniano, dopo essere stato superveltroniano.
Il resto è Savona. Che è un po' la capitale ligure dei renziani. Dove c'è Federico Berruti, che è un sindaco comunque amato avendo stravinto le elezioni (e, di fronte ai risultati occorre avere comunque rispetto) che è stato a lungo spacciato, soprattutto dai media savonesi, come il numero due di Renzi. Numero due poi non lo era, tanto da essersi allontanato da Matteo in occasione della seconda edizione della convention alla stazione Leopolda, con movimenti che mi sembravano più dettati da questioni di posizionamenti e riposizionamenti savonesi, piuttosto che da discorsi sul riformismo del futuro. Insomma, non proprio il capo dei fedeli. Oggi, però, Berruti è tornato a casa, un po' come il figliol prodigo, ma è tutto da vedere che per lui ci sia pronto il vitello grasso. Che, tradotto in politica, equivarrebbe a un posto da sottosegretario nell'eventuale governo Renzi. Almeno così giurano i media savonesi.
Poi, in area Matteo, ci sono il sindaco di Cairo Montenotte Fulvio Briano, che ha dimostrato poca ideologia e molto buon senso ad esempio nella gestione del problema della discarica della Filippa, e in questo senso si può ritenere renziano nel Dna, e soprattutto l'ex presidente della Provincia di Savona Chicco Garassini.


Garassini, giovane e amato, dopo il primo mandato fu fatto fuori da una congiura di palazzo della Margherita savonese e ligure. E da allora non ha quasi più fatto politica. Posso dirlo? Il miglior curriculum possibile per un renziano.

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