Pare morta. E quando la svegliano, li insulta

Pare morta. E quando la svegliano, li insulta

Via Bersaglieri d'Italia, a Principe, le 10 e mezza del mattino: passa uno, vede la donna stesa immobile sulla panchina, e tira dritto. Passa un altro, guarda, e si allontana. Poi arriva qualcuno che osserva, si ferma e si preoccupa. Avete presente il tipo che afferra il braccio della vecchina, fino a farle male, e la costringe ad attraversare, anche se lei vorrebbe andarsene dalla parte opposta? La chiamano «sindrome dello scout»: è quella per cui uno deve darsi da fare per forza ad aiutare gli altri, anche se non richiesto o, peggio, non gradito. Capita anche in via Bersaglieri d'Italia. La donna è lì sulla panchina, bocca aperta, occhi chiusi, pare che non respiri.
Scatta la gara di solidarietà, si susseguono le telefonate allarmate e allarmanti al 118, arrivano i poliziotti. Loro, solerti e professionali come sempre, si avvicinano al corpo «morto». Che, però, ha un sussulto improvviso, e subito dopo uno sbadiglio. Infine, la donna inanimata si rianima del tutto. Cioè: si sveglia. E sì, perché era semplicemente, saporitamente addormentata. E ora, davanti a quelli che l'hanno svegliata, lei - una russa di 32 anni - s'incavola pure, si rifiuta di rilasciare l'identità, e manda a quel paese agenti e passanti.

La denunciano per il rifiuto. Ma lei manco se n'accorge. Si corica di nuovo sulla panchina, bofonchiando moccoli in cirillico. Dal significato inequivocabile e, soprattutto, irriferibile. Specialmente agli scout improvvisati.

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