Riecco Borriello: «15 gol per rinascere con il Genoa»

Se la storia rossoblù di Marco Borriello è appena ricominciata, quella di Julian Alberto Velazquez probabilmente è già finita. Ieri mattina il giocatore è salito su un aereo per tornare nel suo Paese. Tutto questo mentre il Genoa annunciava il suo tesseramento e comunicava «di aver agito nel pieno rispetto delle normative nazionali e internazionali e di aver adempiuto a tutti i propri obblighi contrattuali, anche economici, nei confronti del calciatore e della sua ex società, CA Independiente». La società rossoblù inoltre comunicava «di aver adito gli organi competenti della Fifa a tutela dei propri diritti e interessi al fine di ottenere il rilascio del relativo transfer». Essendo un giocatore del Genoa, Velazquez se non dovesse tornare rischierebbe una lunga squalifica. Di tutt'altro avviso Javier Cantero, presidente dell'Independiente: «Il Genoa non ha ancora pagato Velazquez, pur avendo ottenuto una proroga. Abbiamo inviato tutta la documentazione alla Fifa. Velazquez giocherà nell'Independiente». Sulla vicenda si è espresso anche Enrico Preziosi: «Noi abbiamo ottemperato a tutti i pagamenti. Il giocatore è del Genoa».
Un intrigo che ieri ha finito per offuscare la presentazione di Marco Borriello. L'attaccante campano è apparso motivatissimo: «Spero di ripagare la fiducia di Preziosi e la sua caparbietà nel rivolermi al Genoa. Preziosi mi ha lanciato nel grande calcio. Gran parte della mia carriera la devo a lui. Dovevo venire qui l'anno scorso, ma il 31 agosto Sabatini mi tolse dal mercato. Ho scelto il Genoa perché avevo bisogno di rilanciarmi. Ho detto no a squadre che giocano in Champions pur di ritornare qui. Arrivo nel pieno delle mie forze atletiche e della maturità professionale. Se non faccio almeno 15 gol, rischio di prendere qualche scarpata (ride pensando a Preziosi ndr)». C'è solo una cosa che a Borriello non va giù: «Non mi piace che si dica che dopo il Genoa non sono andato bene. Il primo anno al Milan sono rimasto fuori 10 mesi per un infortunio. L'anno dopo ho segnato 15 gol e sono stato capocannoniere insieme a Pato e Ronaldinho. Poi mi hanno messo davanti Ibrahimovic e sono andato alla Roma, dove sono diventato capocannoniere con 17 gol. I miei gol, quando mi è stata data fiducia, li ho sempre fatti. Non sono un top player, ma un bel player (ride di nuovo ndr)».
Borriello tende la mano a quei tifosi che non gli hanno ancora perdonato l'esultanza dopo un suo gol al Genoa: «So che qualche tifoso è rimasto scettico per la mia esultanza con il Milan. Sono un istintivo, non un ruffiano. Se ho tolto la maglia, fu per gioia personale. Spero che si azzeri tutto e che i tifosi mi giudichino solo per quello che faccio sul campo. Vorrei ripetere le gesta di quattro anni fa».


Stasera, intanto, al «Ferraris» il Genoa festeggia i 119 anni affrontando nel torneo spagnolo i turchi del Galatasaray (ieri il tecnico Terim è stato in visita al Signorini). La gara inizia alle 21.30, ma dalle 20 ci saranno spettacoli di intrattenimento. Intanto oggi il museo di storia del Genoa di salita Di Negro sarà visitabile gratuitamente dalle 13 alle 20.

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