Riva e Ansaldo: tutti scoprono il fallimento Monti

La disperazione degli operai dell'Ilva e l'incubo della vendita di Ansaldo. Quando hanno guardato in faccia i fatti, tutti i politici si sono arresi e, senza distinzione, hanno dovuto urlare il fallimento della politica del governo Monti, o peggio il successo del progetto di smantellamento della Liguria. Ieri mattina erano tutti lì fianco a fianco, i consiglieri comunali e regionali riuniti in seduta comune. Chiamati a far scorrere il solito, inutile fiume di parole in difesa delle aziende Ansaldo, un tesoro di Genova destinato a essere ceduto per scelta dell'esecutivo tanto osannato. E costretti a prendere atto della coincidenza di tempi di una seconda emergenza, quella della chiusura dell'Ilva, arrivata perché ancora una volta la magistratura è andata avanti per la propria strada intransigente a fronte di un governo inerme.
Tutti d'accordo, dall'estrema destra all'estrema sinistra, fino agli estremisti di centro, quelli che continuano a magnificare i successi di Monti e dei suoi, quando si sono trovati a incrociare gli occhi degli operai, a vedere la realtà e non l'immaginario, si sono lanciati all'unisono in un coro antigovernativo. Duro, durissimo, il governatore Burlando, che ha posto su Ansaldo una domanda retorica alla quale è sembrato soprattutto voler proporre una risposta scontata: «Perché si vogliono vendere aziende che ottengono buoni risultati e non quelle che vanno male?». La risposta che non arriverà mai dovrebbe darla il «padrone», cioè Finmeccanica, cioè il governo che ne è principale azionista. E ancora: «Soprattutto perché si vendono proprio i settori dei trasporti e dell'energia, mentre in tutti i Paesi del mondo vi è una domanda di trasporti e di energia?». Già, perché? L'altra domanda che Burlando non fa ma che meriterebbe risposta è: perché hanno applaudito anche tutti i consiglieri del Pd, del Pdl, dell'Udc e di tutti quei partiti che si vantano di sostenere Monti? E che poi approvano all'unanimità un ordine del giorno che vale meno di zero, soprattutto per il ritardo con il quale viene proposto?
Il caso Ansaldo fa persino ritrovare perfetta sintonia ai tre principali sindacati, i cui rappresentanti hanno preso la parola in aula. Vuoto assoluto da parte del governo», «decisione assunta che non porta ad alcun piano industriale», «Italia, Paese in cui si discute di tutto meno che di lavoro». Le frasi sono state dure e le bordate hanno avuto tutte lo stesso bersaglio. C'è stato persino chi ha messo da parte le frasi di rito e gli innamoramenti di convenienza per criticare senza mezzi termini la magistratura che ha decretato la chiusura dell'Ilva e la fame per decine di migliaia di famiglie.
L'assessore regionale al Lavoro, Enrico Vesco, non ha risparmiato gli aggettivi pesanti sull'esecutivo Monti: «Constato come questo governo sulla politica economica sia latitante oppure un disastro. Con la vicenda Ilva sta dando la peggior prova di sé».

Frasi pronunciate però a nome di un'istituzione, la Regione Liguria, che al pari di Comune e Provincia, ha sempre coccolato l'imprenditore Riva che con le sue scelte ambientali ha scatenato l'offensiva della magistratura. Un'istituzione, la Regione di Enrico Vesco e Claudio Burlando, che ha riscritto accordi già sottoscritti per venire incontro ai capricci dell'Ilva.

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