Savignone per ricordare le cose perdute

(...) il centrodestra ligure negli ultimi tempi, un genere letterario che gode di una ristretta cerchia di appassionati, ispiri qualche intervento, che certamente non censureremo.
Anche se, francamente, speriamo che gli interventi siano più costruttivi. E che magari portino all'individuazione di una nuova classe dirigente, magari completamente nuova e proveniente dalla società civile, di persone che hanno una professione anche fuori dal Palazzo, da presentare per le prossime elezioni, sulla scia del ritorno dei tagliandini. Iniziativa che continua a non piacere ad alcuni cari amici e lettori come Beppe Damasio. Ma, finchè le critiche sono civili ed educate, le accettiamo e ne diamo conto tranquillamente e con rispetto. Anche perchè c'è un modo per difendersi per chi non condivide i tagliandini: non votare. Si chiama liberalismo.
Ma, se mi permettete, mi piacerebbe che questa edizione del raduno dei lettori di Savignone uscisse anche dai temi strettamente politici e fosse dedicata anch'essa alle cose perdute. Partendo dal modo in cui nasce Savignone, e cioè per ricordare Aldo Caprile, il marito della titolare dell'hotel Palazzo Fieschi scomparso drammaticamente in un incidente stradale per un malore capitatogli in un maledetto giorno in cui era venuto a fare una commissione a Genova, proprio davanti alla nostra sede. Quasi un segno del destino per chi, come Aldo, era abituato ad acquistare il Giornale a Savignone di prima mattina e a metterlo sul bancone dei gelati del suo bar-ristorante. Sana tradizione che la signora Simonetta continua ancor oggi.
E proprio Simonetta Caprile, per ricordare l'indimenticabile signor Aldo, ha fortemente voluto l'incontro di Savignone. Che quest'anno, sarà nuovamente dedicato all'uomo che insieme a sua moglie, ha trasformato Palazzo Fieschi nel gioiellino architettonico attuale, capace di preservare una splendida costruzione storica, facendone uno dei modelli per la Valle Scrivia. Il tutto, ed è il vero valore aggiunto, senza avere particolari aiuti dal pubblico, anzi.
Ma quest'anno ci tengo a ricordare moltissimo anche due cari amici e lettori che erano a Savignone con noi nello scorso settembre e che, stavolta, non ci saranno. Alessandra Aonzo, cancelliera in Tribunale, anima di Liguria Moderata e fedelissima amica e lettrice del Giornale, volto della bella politica al femminile, con la sua passione e il suo amore per ciò in cui credeva. Qualcosa di talmente forte che i suoi amici hanno subito pensato a una scuola di formazione per donne impegnate in politica a lei intitolata. Quella sera, Ale era estremamente combattiva e voglio ricordare proprio la passione che ci aveva messo.
E poi, quest'anno, a Savignone mancherà Gibì De Paoli, un altro carissimo amico che è mancato qualche mese fa. Eppure, lo scorso anno venne e partecipò con l'entusiasmo di un ragazzino, tanto che dimostrava vent'anni in meno dei novantadue che gli attribuiva la carta di identità. E la sua passione traspariva da ogni telefonata, da ogni lettera, dall'amore con cui compulsava ogni riga del Giornale.
Scusate la lunga parentesi, ma se la meritavano tutta. Proprio perchè Aldo, Alessandra e Gibì sono la prova di cos'è questo Giornale, una famiglia che si confronta, si scontra, si incontra e soprattutto regala agli altri le proprie esperienze, uscendone arricchita allo stesso modo in cui gli altri arricchiscono noi.
Insomma, la Savignone di quest'anno sarà ancora più significativa. Perchè, oltre ai classici temi di discussione, entreranno di forza i ricordi delle cose perdute. Che si trasferiranno, per una sera, dalle nostre pagine alle bellissime sale e al bellissimo giardino di Palazzo Fieschi. Dove racconteremo altri ricordi e dove ricorderemo il nostro passato, proprio come si faceva nella villeggiatura di una volta, nelle piazze delle nostre valli, proprio come a Savignone, ascoltando le storie degli altri, ansiosi di raccontare le proprie.
Ci si trovava tutti, con gli amici della compagnia, per scambiarsi le rispettive storie. Ed era forse il momento più bello di tutta la vacanza, anzi della villeggiatura, (che durava tre mesi), quello in cui si cementava l'amicizia. O, anche, qualche volta l'antipatia. O, più spesso, gli amori, almeno estivi.
Ecco, in tempi in cui siamo stati quasi espropriati anche delle vacanze, che ormai durano pochi giorni, quasi una toccata e fuga, anche quelle villeggiature entrano a buon diritto nella galleria delle cose perdute.


Vi aspettiamo a Savignone per raccontarle. Per ribellarci alle amarezze di certa politica di questi tempi. E per urlare al mondo che un giornale, questo Giornale, è fatto anche e soprattutto di dolcezza e Bellezza.

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