Stazione di Taggia, cattedrale nel deserto che nessuno vuole

La stazione ferroviaria di Taggia potrebbe essere definita una cattedrale nel deserto per eccellenza. Una struttura di grandi dimensioni su tre piani, inaugurata nel 2001, che oltre ad essere inutilizzata in molte sue parti, sta cadendo nel degrado con la sporcizia che regna nel maxi parcheggio da quasi 2000 posti. Gli spazi che dovevano essere occupati da esercizi commerciali e magazzini sono vuoti, non c'è neanche più un'edicola, ricordata solo da una vecchia insegna ingiallita. La conferma, se ce ne fosse stato ancora il bisogno, è giunta ieri quando - dopo la denuncia del Giornale nei giorni scorsi - l'assessore regionale ai trasporti Enrico Vesco ha svolto un sopralluogo con il sindaco di Taggia Vincenzo Genduso. Il peccato originale è sempre lo stesso: quando la stazione è stata progettata si riferiva agli standard degli anni '80, quindi completamente diversi dalle esigenze attuali. «È una stazione di gran lunga sovradimensionata che oggi non sarebbe più costruita così – ha confermato Vesco - L'errore è stato quello di realizzare un progetto già vecchio, che Rfi stessa considera un costo enorme di gestione e mantenimento. In ogni caso è necessario averne cura, con pulizia e decoro, per valorizzare gli spazi ancora inutilizzati». Il Comune per risolvere la situazione vorrebbe prendersi carico della gestione di alcune aree esterne, in cambio della disponibilità di locali della stazione dove svolgere attività sociali. «È una possibilità che abbiamo prospettato per gestire in maniera più precisa e puntuale la pulizia e la manutenzione del verde – ha detto il sindaco Genduso – Senza dimenticare i problemi di viabilità e illuminazione nelle zone che sono attualmente ancora a carico di Rfi».

Una soluzione verso la quale i dirigenti di Rfi si sono dichiarati possibilisti. Intanto il Comune ha ribadito la richiesta, condivisa dallo stesso Vesco, di aumentare le fermate degli Intercity, a partire dal 505 della mattina che conduce a Genova e poi a Roma.

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