Se qualcuno avesse pronosticato alla vigilia dell’Europeo un quarto di finale tra Germania e Grecia, sarebbe passato per un buontempone in vena di battute. E invece pochi giorni dopo le elezioni che decideranno il futuro nell’Euro (inteso come moneta unica) degli ellenici, la squadra di calcio affronterà la «locomotiva» tedesca. Di fronte non ci saranno l’ex ministro greco Papandreou e la cancelliera tedesca Merkel, ma tra il vulcanico ct portoghese Santos e il belloccio e cool Löw.
Con il primo che cercherà di risollevare l’orgoglio ateniese, tentando lo scherzetto a chi invece è partito per arrivare fino a Kiev e magari alzare la Coppa per la prima volta dopo 16 anni. Quando la gioventù è sinonimo di vittorie. Il laboratorio Mannschaft (la Germania è la squadra con l’età media-24,5 anni-più bassa del torneo) sostenuto in campo dal blocco Bayern trova il tris di successi davanti a una Danimarca orgogliosa e vince il girone ottenendo il risultato voluto: avere un giorno in più di riposo e disputare il suo quarto a Danzica, dove i tedeschi hanno il proprio quartier generale (la Pge Arena dista meno di 7 chilometri dal maniero seicentesco che ospita la spedizione). E non è un caso che il gol della terza vittoria consecutiva ( la 14ª di fila dal luglio 2010, finalina del Mondiale sudafricano, in partite ufficiali) lo sigli uno dei giovani rampanti, il terzino Bender. La scommessa di Löw nella serata in cui mancava per squalifica Boateng. La Danimarca, che in pochi giorni si è guadagnata il rispetto dell’Europa nel girone di ferro, si batte con generosità di fronte ai quotati avversari. Il rammarico, dopo la partenza sprint con il successo sull’Olanda che aveva già compromesso il cammino degli Oranje , èil ko con il Portogallo con il gol di Varela sui titoli di coda subìto sempre a Leopoli.
La doppietta di Cristiano Ronaldo e la sconfitta con i tedeschi siglano la beffarda eliminazione degli scandinavi. La Germania tiene il pallino del gioco per lunghi tratti, facendo il minimo sindacale con un piccolo passo indietro rispetto al match con l’Olanda. Podolski sblocca il match in una serata speciale per lui:l’attaccante 27enne,che lascerà il Colonia retrocesso nella B tedesca per approdare all’Arsenal ( operazione che garantirà alle casse del club teutonico un ossigeno di 13 milioni di euro), non c’è miglior modo di festeggiare le 100 presenze con la nazionale. Nessuno in Europa è mai riuscito a centrare la tripla cifra così giovane e per Lukas, figliodiemigratipolacchichehade-buttatoconla maglia del Wunder-teamottoannifaallavigiliadell’Eu-ropeo portoghese, arriva il 44˚ gol, unomenodi Rummenigge. L’immediato pareggio di Krohn-Dehli, match winner con gli olandesi e piacevole conferma della competizione, pare lasciare qualche speranza alla squadra di Olsen. I tedeschi non riescono a sfondare e sembrano a corto di idee nonostante gli ingressi della giovane promessa del Bayer Leverkusen Schürrle e dell’esperto laziale Klose, i danesi arrivano spesso dalle parti di Neuer ma senza pungere più di tanto.
Ma il guizzo di Bender ha il merito di spezzare il tabù vittorie contro la Danimarca che durava dal 1996.
I sogni di gloria danesi, che venti anni fa stupirono l’Europa battendo in finale proprio i tedeschi, finiscono qui. E mentre i tifosi del Wunderteam alzano per ora la Coppa di cartone, le quote dei panzer salgono vertiginosamente nel borsino dei bookmaker.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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