Il giorno dopo Gina Lollobrigida, il mondo dello spettacolo registra un altro lutto: ieri mattina è mancato nella sua casa di Roma, a 89 anni, il coreografo e regista Gino Landi (vero nome Luigi Gregori). Non conosciuto proprio da tutti come la Lollo, e altre star rutilanti, Landi (foto) era lo stesso un gigante: ha firmato la regia di spettacoli televisivi come il Festival di Sanremo, Partitissima, Festivalbar e Fantastico, gestione Pippo Baudo. Il quale, infatti, è stato tra i primi a rilasciare alle agenzie un commosso ricordo del coreografo. «Le cose più belle che ho fatto nella mia vita artistica le ho fatte con Gino Landi», ha detto il presentatore. «Aveva esperienza internazionale, anche con gli americani, era fortissimo. Sapeva montare i balletti nel giro di due ore, aveva un'idea brillante e la trasformava in balletto. Era davvero unico».
Landi, nato a Milano nel 1933, iniziò come ballerino. Una strada quasi obbligata, quella dello spettacolo, per chi come lui era figlio di artisti del varietà. Fu Erminio Macario a scoprirne il talento, durante la lavorazione di Bulli e pupe. Da lì in poi, Landi ha fatto tutto da solo; ha lavorato come coreografo, e regista, nelle produzioni più importanti, con Federico Fellini, Nino Rota, Ennio Flaiano, Tonino Guerra. Si fece onore anche in teatro, da dove partì giovanissimo. Sue, tra tanti lavori, le coreografie di commedie musicali della ditta Garinei e Giovannini. Come Rugantino - seconda edizione del 1979, con protagonista Enrico Montesano - e Vacanze romane, ispirata al film con Gregory Peck e Audrey Hepburn, con musiche di Armando Trovajoli. Non gli era estranea un'altra forma d'arte con un certo seguito: l'operetta. Ne ha curato molte regie e coreografie per il festival organizzato dal teatro Verdi di Trieste. E ha firmato regie e coreografie di opere liriche, quali La rondine di Puccini e Il mondo della Luna di Paisiello.
Landi lascia un grande vuoto e una lezione di tenace attaccamento al lavoro unita a leggerezza poetica: le sue coreografie, di grande presa sul pubblico pur se difficili da interpretare per i ballerini, fanno e continueranno a fare scuola. Lorella Cuccarini lo ricorda così: «Arrivederci Gino. Sei stato un vero punto di riferimento nella mia vita, il Maestro che tutti dovrebbero avere».
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