Giochi, raccolta da 309 miliardi. Ma si allunga l'ombra delle mafie

Nella relazione della Commissione parlamentare antimafia le proporzioni del fenomeno: +300% il volume di gioco per cento dal 2003 al 2010. Il gettito erariale in discesa a 8,7 miliardi. L'allarme dell'antiriciclaggio: costo sociale tra «ludopatie» e usura. Il fronte delle scommesse sportive illegali

Il mercato legale dei giochi in Italia tra il 2003 e il 2010 ha raggiunto una raccolta di 309 miliardi di euro. Sono i dati del Comitato competente presso la Commissione parlamentare antimafia, contenuti nella relazione diffusa ieri sulle infiltrazioni criminali nel gioco. Il Comitato evidenzia che tra il 2003 e il 2009 il mercato dei giochi è cresciuto a un tasso medio del 23% (è passato infatti da 15,4 a 54,3 miliardi di euro).
Nel 2010 è cresciuto di un altro 13%, raggiungendo i 61,4 miliardi, complessivamente quindi in sette anni è cresciuto del 296%. Nonostante il balzo compiuto tra 2009 e 2010, il gettito erariale è addirittura diminuito, anche se marginalmente (dello 0,8%), passando da circa 8,8 a poco più di 8,7 miliardi. Nel 2011 il mercato dovrebbe registrare una nuova impennata, toccando i 70,4 miliardi (oltre il 14,5% in più), il gettito tuttavia subirà un incremento di appena lo 0,2%.
Dalla stessa relazione però emerge chiaro il segnale preoccupante delle infiltrazioni della malavita organizzata nel settore dei giochi e delle scommesse gestite dallo Stato. È pari a 2.057.109 euro l'importo complessivo sequestrato nel 2010 dalla Guardia di Finanza, mentre sono stati oltre 6mila gli interventi e 6.295 le violazioni riscontrate nel settore giochi che hanno permesso alle Fiamme gialle di sequestrare 3.746 apparecchi da intrattenimento e 1.918 punti raccolta scommesse non autorizzati o clandestini.
«Le forme di pressione delle associazioni mafiose sugli esercenti e gestori sono numerose - spiega il professor Ranieri Razzante, tra i tecnici della Commissione parlamentare Antimafia che hanno lavorato al rapporto, oltre che presidente di Aira, l'Associazione italiana responsabili antiriciclaggio -. Si va dall'imposizione dell'acquisto di slot machine, al taroccamento delle macchine da gioco per evadere il prelievo fiscale, fino all'esposizione dei redditi degli italiani a rischio di erosione; inoltre - prosegue Razzante -, il gioco online viene utilizzato per riciclare denaro sporco, sfuggendo ai controlli attraverso lo stabilimento delle piattaforme internet all'estero».
Il comparto dei giochi pubblici e delle scommesse sportive, si diceva, s'è affermato come settore trainante del sistema del nostro Paese. Una costante crescita economica che si differenzia in base ai prodotti: gli apparecchi da intrattenimento hanno registrato la migliore affermazione del settore (31,9 miliardi), seguiti da lotterie istantanee (9,3 miliardi nel 2010) e in ultimo il Bingo (1,9 miliardi di euro).
«È importante sottolineare come questo fenomeno crei un costo sociale: c'è un numero sempre maggiore di cittadini attratti dal gioco che aumenta soprattutto tra i giovani e le classi più disagiate, che rischiano di essere "incastrati" in situazioni molto gravi come "ludopatia" e usura», rileva ancora Razzante. Un'indagine condotta nel 2008 dal Cnr ha rilevato che il 40% degli studenti ha giocato d'azzardo almeno una volta, mentre lo 0,4 % è un giocatore patologico. «Non vanno dimenticati i problemi legati al riciclaggio, dovuti alle difficoltà di controllo della regolarità e della trasparenza delle procedure di rilascio delle autorizzazioni relative ad apparecchiature e congegni da divertimento ed intrattenimento».
La Guardia di Finanza ha indagato sul fenomeno riscontrando una rete parallela di raccolta sulle scommesse, non autorizzata dallo Stato, che raccoglie tra un miliardo e un miliardo e mezzo di euro l'anno. Dati che portano il nostro Paese al quinto posto al mondo per volume di gioco: l'industria del gioco ha attualmente un fatturato complessivo pari al 3% del Pil e dà lavoro a 5mila aziende e 120mila persone, per quanto riguarda il gioco legale.
E qui si arriva ai temi della cronaca. Ecco la riflessione dell'esperto: «Si pensi ai numeri che possono riguardare il gioco clandestino - conclude Razzante -.

Le scommesse su eventi sportivi, per i notevoli introiti che vengono assicurati, sono ormai diventate la nuova frontiera della criminalità organizzata di tipo mafioso e per contrastare tali fenomeni, è necessario agire con misure preventive concrete. Naturalmente Aira è in prima fila anche in questo settore per applicare le leggi».

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