Napoli - Circa 500 uomini della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito trenta ordini di custodia cautelare emessi su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea dal gip del Tribunale e nel sequestro in tredici città d’Italia di beni per 150 milioni di euro. L’inchiesta, cominciata tre anni fa, con 87 indagati, riguarda camorristi mafiosi e imprenditori e ha disarticolato un’organizzazione che si occupava delle scommesse sportive e ippiche e il gioco quale il Bingo. Le accuse contestate agli arrestati vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso, alle estorsioni, alla truffa allo Stato, al riciclaggio e alla corruzione di pubblico ufficiale.
Un'organizzazione capillare Nell’ambito dell’operazione denominata Hermes che si è svolta in numerose regioni d’Italia, la guardia di finanza ha eseguito 29 ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta della Dda di Napoli. Le accuse contestate sono di associazione camorristica, estorsione, riciclaggio, gioco d’azzardo, illecita concorrenza con minacce e violenza, interposizione fittizia nella titolarità di beni ed aziende. Sono circa 100 gli indagati, per lo più imprenditori impegnati nel settore del gioco e delle scommesse per riciclare il denaro di clan camorristici fra i quali il clan dei Casalesi, dei Misso, dei Mazzarella e di numerose cosche della città e della provincia di Napoli, nonchè del clan mafioso dei Madonia.
I beni sotto sequestro Sono state sequestrate 39 società commerciali e 23 ditte individuali. Il sequestro ha riguardato anche 100 immobili, 104 autoveicoli, 140 quote societarie per un valore di oltre 150 milioni di euro. Diverse le sale bingo sotto sequestro tra le quali quelle di Cassino, Milano viale Zara, Cernusco sul Naviglio, Lucca, Padova, Brescia, Cologno Monzese, Cremona, nonchè altre sale in provincia di Caserta e Frosinone. La finanza ha sequestrato infine la società Betting 2000, che sviluppa un alto volume di affari a livello nazionale nel settore delle scommesse sportive.
Le indagini ruotano intorno alla organizzazione costituita da Renato Grasso, più volte, sin dagli inizi degli anni Novanta, coinvolto in inchieste per legami con clan della camorra e in particolare con il clan dei Casalesi. A lui, secondo le indagini, venivano affidate le somme di danaro fornite dalle organizzazioni malavitose che poi attraverso un sistema di »scatole cinesi« venivano impiegate nella realizzazione di sale bingo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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