Gioco sportivo sfonda il tetto dei 2 miliardi

Filippo Grassia

Se qualcuno si chiede ancora perché il Totocalcio ha perso appeal (non parliamo poi del Totogol raggiunto da Big Match), farà bene a studiarsi il movimento delle scommesse sportive che migliora a velocità costante. A novembre la raccolta è stata di oltre 250 milioni di euro e ha superato la quota record di 248 milioni, stabilita appena un mese fa. Ancora più evidente la crescita rispetto al corrispondente mese dell’anno scorso che aveva fatto registrare scommesse per 157,6 milioni: in percentuale + 59%. Clamoroso il dato record dell’ultima di domenica di novembre in cui sono stati giocati 25 milioni. Ancora un balzo in avanti e l’anno si chiuderà con una raccolta superiore alla quota fatidica di 2.150 milioni che comporta una immediata diminuzione del carico erariale al 6,8%. Per i concessionari presenti e futuri, impegnati nel bando, una autentica boccata di ossigeno dopo le centinaia di milioni investite per conquistare i punti e i negozi messi in gara dall’Amministrazione dello Stato. Si prospetta quindi un incremento di oltre il 50% rispetto al 2005 chiusosi a 1.460 milioni. In rialzo costante anche la raccolta telematica, pari a oltre un terzo di quella totale.
Da Bruxelles sono giunte, invece, voci poco confortanti sul mercato perché i ministri comunitari dello sport, facendo riferimento al rapporto Arnaut sullo sport nel Vecchio Continente, hanno intenzione di proporre una nuova tassa sulle scommesse a livello europeo per finanziare lo sport in generale e il calcio giovanile in particolare. Ma se lo sport ha valenza sociale, non toccherebbe agli Stati investire maggiormente su questo aspetto invece di rimandarne il finanziamento all’ennesimo prelievo sui giochi? Sembra un paradosso, ma c’è il rischio che questo balzello fiscale arrivi prima di una normativa legislativa uguale in tutta l’Unione Europea: si è parlato, nella riunione tenutasi la scorsa settimana nella capitale belga, di un prelievo alla fonte, cioè sulla giocata, e di uno sull’eventuale vincita.
Nulla da eccepire, anzi, sulla volontà comune di "stabilire accordi a livello europeo con le agenzie di scommesse al fine di creare un sistema di allerta rapida per identificare attività irregolari o flussi di gioco anomali". E’ quanto succede in Italia dove in passato l’allarme lanciato dai provider non ha trovato adeguato riscontro nella giustizia sportiva: vedi il famoso caso di Atalanta-Pistoiese, finito a tarallucci e vino. Per molti versi è stato rivalutato il sistema italiano che ha bloccato oltre 600 fonti di gioco a distanza per garantire i pagamenti erariali e tutelare i giocatori. A questo riguardo il nostro ministro dello sport, Giovanna Melandri, ha effettuato un intervento molto apprezzato: «C'è una situazione di opacità, una mancanza di trasparenza che va chiarita. Non si conoscono i canali su cui si praticano scommesse. Non sappiamo chi sono, non pagano tasse. Siamo di fronte ad un sistema senza regole. Molte società del settore hanno residenza fiscale in paesi off shore, quindi non pagano tasse e non contribuiscono al sostegno dello sport e del calcio». Come volevasi dimostrare.
E’ stata rinviata di una settimana la pubblicazione delle classifiche per l’aggiudicazioni dei 16.

300 fra punti e negozi messi a gara dall’Aams: domani si svolgerà lo spoglio delle concessioni sportive, giovedì sarà il turno di quelle ippiche, per lunedì prossimo è prevista l’uscita congiunta delle graduatorie definitive. Questi almeno sono i segnali pervenuti dalla Commissione aggiudicatrice che ha dovuto allungare i tempi per verificare il parere del Tar su alcuni ricorsi.

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