Un giorno perfetto per la Mostra di Venezia

Il regista racconta il suo ultimo film, in corsa per partecipare alla kermesse cinematografica: "Mi piacciono i premi soprattutto ora che sono felice". Si tratta di una storia corale con un grande cast ambientata in un solo giorno

Un giorno perfetto per la Mostra di Venezia

Tavolara - «Il mio film in concorso? Sarei onoratissimo. Non aspetto altro». Il verbo è ancora al condizionale ma certo a Ferzan Ozpetek, come ammette lui stesso, «batte il cuore» solo a sentire parlare della possibilità di partecipare alla prossima Mostra del Cinema di Venezia con Un giorno perfetto, il suo nuovo film tratto dall'omonimo romanzo di Melania Mazzucco. E per spegnere i bollori s'è concesso una lunga pausa, con tanto di bagni ristoratori in Sardegna, sull'isola di Tavolara, dove ha partecipato al festival Una notte in Italia, presentando le prime immagini di un film che al suo consueto stile morbido e suadente sembra unire anche un'inedita dose di violenza nel personaggio interpretato da Valerio Mastandrea. Il resto del cast è «all star» tutto made in Italy: Isabella Ferrari, Angela Finocchiaro, Nicole Grimaudo, Monica Guerritore, Stefania Sandrelli, Federico Costantini e Valerio Binasco. Storia corale di un eterogeneo gruppo di personaggi fotografati durante una giornata nella Roma attuale, Un giorno perfetto è anche il primo film del regista di origini turche a non essere tratto da un suo soggetto.

Caro Ferzan Ozpetek come mai questa novità?
«In effetti non avevo mai pensato di girare un film non scritto da me. Poi è venuto il produttore Domenico Procacci con questo copione scritto da Petraglia che mi ha coinvolto tantissimo. Ho detto subito che mi sarebbe piaciuto farlo, salvo poi pentirmene immediatamente perché ho capito quanto fosse difficile portarlo sullo schermo».

Ha tradotto o tradito il romanzo sullo schermo?
«Diciamo che l'ho reso adatto al mio cinema, con qualche cambiamento però».

Ce ne dica uno.
«Nel libro c'è un personaggio gay, be' l'ho fatto diventare una donna».

Strano, perché i suoi film sono connotati proprio da figure di omosessuali...
«L'ho fatto esattamente per questo motivo, mi sembrava una ripetizione dei miei film precedenti. Quindi mi sono detto: meglio una donna. E ho scelto Monica Guerritore».

È contento del risultato dei suoi lavori?
«No, vedo sempre mille difetti. Ma questo è anche il segreto, non essere mai soddisfatti».

A proposito, rivede mai i suoi film?
«In genere no, ma l'altra sera mi è capitato con Le fate ignoranti. Mi sono commosso per la leggerezza di quel film, tenero e melanconico, girato prima delle Torri gemelle e dell'inizio delle ostilità tra le persone».

Ma la politica non entra mai nei suoi film.
«È vero, non sono un regista del sociale. Parto sempre e solo dai sentimenti».

Come si trova in Italia in un momento di crisi in cui tanti dicono di voler fuggire, magari in Spagna?
«Sono qui da 34 anni e mi sono sempre trovato bene. La crisi è mondiale. La Spagna è meravigliosa ma anche Zapatero ha le sue belle difficoltà economiche. Io dico solo che dobbiamo stringere i denti e andare avanti, stare uniti e risolvere i problemi. Altro che partire».

È contento degli attori di Un giorno perfetto?
«Credo che il pubblico sarà sorpreso dalla diversità di recitazione di interpreti che crede di conoscere molto bene. Ad esempio Mastandrea fa un ruolo completamente diverso dal passato. La Sandrelli è incredibilmente nuova nella sua parte. La Guerritore recita più con il corpo che con le parole. La Ferrari ha centrato in pieno la sua parte e non ci si aspetta da lei il tipo particolare di recitazione che ha portato sul set».

Un film di attori, soprattutto donne, perfetto per Venezia dove peraltro lei ha debuttato con Il bagno turco ed è stato in giuria lo scorso anno.

Le piacerebbe ora un premio?
«Come gli spaghetti, i premi mi piacciono molto, soprattutto quando riesci a condividere le emozioni con gli altri. La cosa più importante per me è ricevere un premio quando la mia vita privata è felice».

E in questo momento com'è?
«Felice».

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