Giovani talenti in passerella per i 25 anni di Ied in Spagna

Sfilata al Guggenheim Museum a Bilbao per festeggiare l'evento

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Bilbao «Guapo, guapissimo, espectacular». Lo stilista Custo Barcelona recentemente passato nella prestigiosa «scuderia» del Gruppo Aeffe di Cattolica, è entusiasta della sfilata organizzata nel Guggenheim Museum di Bilbao per festeggiare 25 anni di IED (Istituto Europeo di Design) in Spagna. La celebre scuola fondata a Milano nel 1966 dal genio visionario di Francesco Morelli, ha inaugurato la sede di Madrid nel 1994 e, otto anni dopo, quella di Barcellona dove ha studiato anche la figlia di Isak Andic, il proprietario di Mango. Siamo nell'atrio dello spettacolare edificio progettato da Frank O. Gerhy nel 1997, un capolavoro di forme, volumi e proporzioni sorprendenti. Non esiste una sola parete dritta in tutta la struttura: le curve diventano angoli, anse e linee di demarcazione tra sogno e realtà. Il backstage è stato allestito accanto alla stanza dedicata a una delle più belle opere di Jenny Holtzer con le magnifiche scritte luminose anche in basco, la misteriosa lingua che si parla in questa bellissima regione celebre un tempo per l'acciaio e ora per l'alta cucina, il design e l'arte in generale. Sono presenti in sala 400 ospiti tra cui Rossy De Palma, una delle attrici preferite di Pedro Almodovar, spesso in prima fila anche alle sfilate dei grandi nomi tipo Dior. «Sono davvero bravi» dice degli studenti selezionati per questo evento straordinario: la prima sfilata nel museo che ha ricostruito il tessuto economico e culturale della città basca devastata negli anni Settata/Ottanta dalla prima crisi dell'acciaio. Qualcuno tra gli italiani propone un'analoga soluzione per Taranto e i dirigenti dello IED gongolano perché nessuno meglio di loro ti può spiegare che il design può cambiare la vita in meglio: apre le porte della percezione sul futuro. «In Italia è visto ancora con sospetto: i genitori degli studenti devono sempre essere convinti, hanno una specie d'inerzia culturale verso le professioni creative» racconta Emanuele Soldini, direttore di IED Italia. Per lui che nel corso della sua lunga carriera ha diplomato 120 mila studenti tra cui designer di fama mondiale come Pierpaolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri, non deve essere facile sopportare questa immottivata diffidenza in un Paese che ha la moda e il design tra le prime voci attive nella bilancia dei pagamenti nazionali. «È più importante la passione dei ragazzi conclude sono loro i primi a capire che questa scuola fa da tramite tra quelli che vogliono imparare certe cose e quelli che le sanno fare». Non a caso nelle diverse sedi IED del mondo studiano la bellezza di 11 mila studenti equamente divisi nei quattro dipartimenti di base: fashion, visual arts, communication e design. A Torino per esempio si studia trasportation perchè il cosiddetto genius loci ha una sua profonda ragione di essere nella poetica di ogni progetto. «In Spagna siamo l'unica scuola con corsi in inglese e con un corso ufficiale in business design» spiega Alessandro Manti, direttore delle sedi spagnole.

La sfilata ha alcuni momenti di vera poesia per esempio quando sfila la bella collezione dedicata all'arte sacra di Francisco Zurbaran creata da un duo (Idan Gilonu e Fanny Lwaetz) che si è diplomato nel 2013. Stupendi anche i modelli di Francesco Murano, l'italiano scelto tra i tre studenti che per l'occasione celebrano con i 25 anni di Ied in Spagna i 60 del Guggenheim a New York.

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