"Sessismo e turpiloquio inammissibili". La replica di Sangiuliano alle polemiche al Maxxi

In una lettera inviata ad Alessandro Giuli, Gennaro Sangiuliano scrive che la libertà di pensiero dev'essere garantita ma "trova il suo limite nel rispetto delle persone"

"Sessismo e turpiloquio inammissibili". La replica di Sangiuliano alle polemiche al Maxxi
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Non si ferma la polemica dietro l'intervento di Vittorio Sgarbi al Maxxi di Roma quasi due settimane fa, a cui ha fatto seguito una lettera di gran parte dei dipendenti del museo al direttore per lamentare il comportamento del sottosegretario alla Cultura. Le opposizioni hanno approfittato della situazione per andare all'attacco del governo e chiedere le dimissioni del rappresentante dell'esecutivo ma Sgarbi, fedele a se stesso, non solo non presenterà le dimissioni ma ha rivendicato le sue esternazioni, criticando il tentativo di censura nei suoi confronti. Dopo ripetute richieste di intervento da parte del ministro Gennaro Sangiuliano, il titolare del ministero della Cultura ha scritto una lettera ad Alessandro Giuli, presidente del Maxxi, esponendo il suo pensiero su quanto accaduto e, soprattutto, sulle polemiche.

"La libertà di manifestazione del pensiero deve essere sempre massima e garantita a tutti, ma trova il suo limite nel rispetto delle persone. Anche le forme dell'espressione non devono mai ledere la dignità altrui", scrive il ministro nella sua missiva, nella quale ricorda come "le istituzioni culturali, e so che Alessandro Giuli è d'accordo con me, devono essere aperte e plurali ma lontane da ogni forma di volgarità. Chi le rappresenta deve mantenere un rigore più alto di altri". Sangiuliano, quindi, nella sua lettera esprime con chiarezza il suo punto di vista: "Sono da sempre e categoricamente lontano da manifestazioni sessiste e dal turpiloquio, che giudico sempre e in ogni contesto inammissibili e ancor più in un luogo di cultura e da parte di chi rappresenta le istituzioni. Il rispetto per le donne è una costante della mia vita. Per me essere conservatori significa avere una sostanza, uno stile e anche un'estetica di comportamento".

Dal canto suo, in un'intervista rilasciata al Corriere della sera, Vittorio Sgarbi sostiene che quello del Maxxi fosse "uno spettacolo. C'era goliardia. Allora censuriamo anche Mozart, Lorenzo Da Ponte, Lucio Battisti, Franco Califano... Anche alcune delle loro opere sono piene di riferimenti sessuali e altro". Per questa ragione il sottosegretario non si sente di dovere delle scuse e nel suo dialogo con il quotidiano di via Solferino racconta di quando al Mart di Rovereto "i dipendenti scrissero una lettera di protesta, perché mi ero espresso con toni forti sul Covid: io mi ero vaccinato, ma rivendicai che le misure erano ingiustamente restrittive".

A seguito della lettera di Gennaro Sangiuliano è arrivata la replica di Alessandro Giuli, che si trova concorde con il ministro: "Il turpiloquio e il sessismo non possono avere diritto di cittadinanza nel discorso pubblico e in particolare nei luoghi della cultura. Quindi a posteriori non c'è spazio per alcuna considerazione che ricalchi lo schema che abbiamo visto nell'inaugurazione dell'Estate al Maxxi".

Quindi, Giuli prosegue chiedendo "scusa anche alle dipendenti e ai dipendenti del Maxxi coi quali fin dall'inizio ho condiviso questo disagio. Sono scuse che il Maxxi fa a se stesso e a tutte le persone che si sono sentite offese da una serata che, nei presupposti, doveva andare su un altro binario".

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