Il Guardasigilli e Amato annunciano un inasprimento delle pene per i trafficanti. Pisanu: «La Bossi-Fini è perfettibile ma senza modifiche all’impianto» Immigrazione, ora il governo chiede aiuto al Polo Il ministro Mastella propone un accordo con l’o

Francesca Angeli

da Roma

Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, chiede alla Casa delle Libertà di affrontare insieme il complesso problema dell’immigrazione e lancia la proposta di un Piano Marshall per l’Africa. Il Guardasigilli insieme con il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, ha annunciato un giro di vite nel contrasto dell’immigrazione clandestina che prevede l’inasprimento delle pene per gli scafisti e per chi sfrutta il traffico di immigrati. Intenzione ribadita ieri al Meeting di Rimini dal titolare del dicastero della Giustizia.
Mastella e Amato però sanno bene che in tema di immigrazione il governo di Romano Prodi non è in grado di esprimere una posizione univoca. Per ora l’unica strategia espressa dalla sinistra radicale è stata quella di dire che il centrodestra ha sbagliato tutto e che la Bossi-Fini va buttata a mare. Un gioco facile quando si è all’opposizione ma che ora mostra la corda. Di fronte al succedersi degli sbarchi di centinaia di disperati sulle coste di Lampedusa, che neppure ieri si è fermato, Giustizia e Viminale hanno elaborato l’unica risposta possibile: misure più rigide per il contrasto dell’immigrazione clandestina. Dunque una modifica della Bossi-Fini in senso restrittivo. In una direzione opposta a quella indicata ad esempio dal ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero che continua ad invocare l’abolizione della Bossi-Fini e dei centri di permanenza temporanea.
Insomma la maggioranza ha bisogno dell’opposizione anche per risolvere la questione immigrazione. Non a caso Mastella a Rimini ha invocato «gesti di responsabilità sia da parte della maggioranza sia da parte dell’opposizione» invitando a gestire il problema come si sta facendo per la missione Onu in Libano.
«Su come risolvere il problema dell’immigrazione una risposta non ce l’ha nessuno - dice Mastella -. Dobbiamo fare come sul Libano: il governo faccia una proposta e l’opposizione la integri». Al di là delle misure di emergenza per fronteggiare l’ondata di arrivi clandestini Mastella propone «una sorta di piano Marshall per l’Africa, l’Europa dovrebbe pensare alla stabilità del continente africano».
Mastella sconsiglia di prendere a modello «la Spagna zapaterista che erige muri come a Ceuta o l’amministrazione Bush visto che in America arrivano 300.000 disperati ogni anno». Insomma, conclude, «il problema è complicato, la risposta non c’è, bisogna confrontarci».
Disponibile al confronto l’ex ministro dell’Interno, Beppe Pisanu, pronto a riflettere su eventuali modifiche da apportare alla Bossi-Fini, «una legge è sempre perfettibile» osserva, ma anche alla sua applicazione piena nei punti validi. I centri di permanenza temporanea ad esempio secondo Pisanu vanno aumentati e non chiusi come spiega in un’intervista che oggi pubblica Panorama.
«Nulla vieta di fare il tagliando alla Bossi-Fini - spiega il senatore di Forza Italia - ma solo per adeguarla all'evoluzione dei fenomeni migratori e senza modificarne l’impianto». Pisanu osserva come tutti i Paesi europei stiano «adottando norme restrittive e selettive, mentre questo Governo sembra voler fare il contrario. Alcuni ministri hanno posizioni che incoraggiano l'immigrazione clandestina e, di riflesso, turbano quella regolare». Per Pisanu poi non ci si può fare «illusioni su un apporto concreto da parte dell’Ue» mentre occorre «costruire centri di permanenza temporanea in tutte le regioni». Difficile infatti mantenere a livelli dignitosi la gestione di un Cpt come quello di Lampedusa che può accogliere al massimo 200 persone quando di immigrati ne arrivano 200 al giorno.
Ma se il premier Prodi condivide pienamente la proposta di Mastella di «trattare in modo complessivo e multilaterale con Europa ed Africa il problema dell’immigrazione» una parte della maggioranza continua semplicemente a chiedere l’abolizione della Bossi-Fini.

Come Pino Sgobio, capogruppo dei comunisti italiani alla Camera contrario ad interventi «sul piano puramente dell’ordine pubblico con teorie di intervento poliziesco o repressivo» e il verde Angelo Bonelli che definisce la Bossi-Fini una legge «indifendibile».

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