È guerra al gioco illegale, ma la sinistra sceglie il proibizionismo

In pochi anni forte stretta sulle slot machine. Ora la sfida è pensare una riforma per tutto il settore

È guerra al gioco illegale, ma la sinistra sceglie il proibizionismo
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Elly Schlein, seguita da Avs e M5s, ha trasformato il dibattito sul gioco d'azzardo in un'occasione di puro sciacallaggio politico. Accusare il governo di «guadagnare sui fragili» - mentre i dati dicono il contrario - è un mix di disinformazione e slogan che favorisce mercato illegale e criminalità, mettendo sullo stesso piano gioco pubblico e illegale.

La narrazione di Pd e alleati ignora un dato fondamentale: le slot machines legali si sono ridotte di quasi il 40% negli ultimi anni in seguito ad alcuni provvedimenti adottati anche dell'attuale esecutivo. Una dimostrazione di come non si stia affatto incentivando il settore, ma piuttosto regolamentandolo, anche con la tassazione più elevata in Unione europea. In passato, anche i governi di sinistra hanno aumentato le tasse sulle slot per fare cassa, salvo poi imporre restrizioni assurde, come distanze dai luoghi sensibili e orari d'apertura, favorendo il gioco illegale.

Proprio rispondendo a Schlein, l'Istituto Milton Friedman ha evidenziato come queste misure abbiano fallito, perché non hanno ridotto il gioco patologico, ma favorito il cosiddetto pendolarismo del gioco: chi è dipendente non smette grazie a queste trovate, si sposta verso quello clandestino.

I concessionari Acadi (Confcommercio), ricordano che il gioco pubblico ha generato un gettito erariale di 12 miliardi di euro nel 2023, garantendo 150mila posti di lavoro. Gli esercenti EGP-Fipe evidenziano come l'incertezza normativa di questi anni abbia danneggiato aziende e lavoratori, ridotto il gettito erariale e, soprattutto, lasciato i giocatori vulnerabili in balia del gioco illegale, senza incidere sul problema della dipendenza. Sul fronte della prevenzione invece per il professor Guerreschi del Siipac le pause orarie obbligatorie rendono i giocatori patologici ancora più compulsivi. Invece di ridurre la dipendenza la si peggiora.

L'opposizione, però, ignora l'evidenza. La storia insegna che il proibizionismo non sradica un fenomeno, lo sposta verso l'illegalità. È successo con l'alcol negli Stati Uniti e con il gambling in Italia, con le restrizioni delle amministrazioni rosse e grilline che hanno rafforzato il gioco clandestino.

Oggi il governo è chiamato alla sfida difficile di lavorare a una riforma utile a regolamentare meglio un settore che, se non controllato, resta in mano alla criminalità. Un confronto serio dovrebbe basarsi su dati reali, invece di essere strumentalizzato in nome di facili consensi e se la sinistra continuerà su questa strada, a beneficiarne saranno le mafie.

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