Raid a tapppeto su Gaza, i 199 ostaggi e gli scontri al Nord: cos'è successo tra oggi Israele e Hamas

Nel decimo giorno di guerra, Israele non ha ancora dato inizio all'invasione di terra. Continua la campagna di bombardamenti, mentre si cerca una mediazione nella questione ostaggi e le condizioni della popolazione di Gaza si aggravano

Raid a tapppeto su Gaza, i 199 ostaggi e gli scontri al Nord: cos'è successo tra oggi Israele e Hamas
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Il decimo giorno di guerra è trascorso senza sviluppi significativi sul campo di battaglia. Israele, per il momento, si è limitato a bombardare le postazioni di Hamas e i terroristi hanno risposto con una pioggia di razzi. La diplomazia ha continuato a muoversi, cercando di raggiungere un compromesso per l'apertura del valico di Rafah e la consegna di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza.

Bombardamenti e schermaglie, nell'attesa dell'operazione di terra

Israele ha continuato a martellare la Striscia di Gaza e il sud del Libano, colpendo obiettivi di Hamas e Hezbollah. Nei bombardamenti è stato ucciso il capo dell’intelligence dell’organizzazione palestinese, nascosto in una base sotterranea nel sud dell’exclave. I terroristi hanno risposto con raffiche di missili su Tel Aviv e Gerusalemme. Per tre volte le sirene hanno suonato nello Stato ebraico, ma pare che i vettori siano stati intercettati dal sistema Iron dome. Uno degli attacchi ha costretto la sospensione di una seduta della Knesset.

Si sono registrate schermaglie al confine libanese tra Idf e milizie filo-iraniane, che hanno rivendicato di aver colpito cinque basi israeliane. Le forze dello Stato ebraico hanno riposto con fuoco di artiglieria. Inoltre, gli Stati Uniti hanno annunciato l'invio di un contingente di 2mila soldati sul suolo di Tel Aviv, che svolgerà compiti di consulenza e supporto medico nel caso di un'invasione di terra.

Il nodo ostaggi: 199 persone nelle mani dei terroristi

L’esercito israeliano ha confermato che sono 199 le persone tenute prigioniere da Hamas nella striscia di Gaza. Tutte le famiglie sono state notificate. Il portavoce dell’Idf Daniel Hagari ha affermato che le forze armate sono impegnate nella loro liberazione.

Il governo del Qatar ha espresso ottimismo riguardo alla situazione degli ostaggi, affermando che attori regionali e internazionali stanno lavorando affinché vengano rilasciati. Uno spiraglio in tal senso lo ha aperto Nasser Kanaani, il portavoce del ministero degli Esteri Iraniano, che ha sostenuto di aver saputo da fonti di Hamas che l’organizzazione terroristica è pronta a liberare gli ostaggi in cambio della fine dei raid aerei sulla Striscia. I palestinesi non hanno confermato o smentito queste affermazioni.

Il patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha dato la sua disponibilità assoluta ad uno scambio di prigionieri tra lui e i bambini tenuti in ostaggio da Hamas, pur sapendo che si tratta di un’eventualità poco probabile.

Il valico di Rafah e la catastrofe umanitaria a Gaza

In mattinata, è arrivata la notizia che il valico di Rafah tra Egitto e Gaza sarebbe stato aperto per cinque ore, a partire dalle 9 del mattino locali (8 italiane), in modo da permettere agli aiuti umanitari di entrare nella Striscia e ai cittadini stranieri, compresi i palestinesi con doppio passaporto, di uscire. Lo “sblocco” del passaggio sarebbe arrivato dopo l’assenso di Israele ad una tregua temporanea. Il governo di Benjamin Netanyahu ha però smentito questa notizia e il valico è rimasto chiuso, nonostante le autorità del Cairo avessero sgomberato il passaggio e i camion carichi di beni di prima necessità fossero pronti a passare

Tra il tardo pomeriggio e la sera, la situazione non si è sbloccata e il responsabile degli aiuti umanitari dell’Onu, Martin Griffiths, ha annunciato che si sarebbe recato prima in Egitto e poi in Israele, in modo da aiutare nei negoziati per l’istituzione di un corridoio necessario ad evitare la catastrofe umanitaria.

Al momento, gli sfollati all’interno della Striscia sono oltre un milione. Gli ospedali sono al collasso e beni come cibo e acqua potabile stanno iniziando a scarseggiare.

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