Hassan Nasrallah è morto. Assieme ad altri comandanti di Hezbollah, e a tanti altri prima di lui, in questi giorni decisivi per il Medio Oriente. Ora è martire, per il movimento e per Teheran: ma resta il fatto che ora i miliziani libanesi sono senza il loro leader, con la dirigenza decimata. Hezbollah probabilmente non crollerà con la sua morte, ma questo resta un duro colpo per il morale del gruppo, che sottolineerebbe la superiorità militare di Israele e il suo accesso ai più intimi dettagli dell'organizzazione, ormai bucata da talpe e sabotaggi.
Chi è Hashem Safieddine
Hezbollah e simili, tuttavia, godono di autotomia come le lucertole: per ogni recisione c'è un sostituto pronto a prendere il suo posto, designato già da tempo. La morte è sempre, del resto, da mettere in conto e i vuoti di potere, si sa, sono quanto di più pericoloso per le organizzazioni che si muovono nell'ombra. L'uomo che dovrà sostituire Nasrallah avrà non solo l'arduo compito di traghettare Hezbollah in una nuova era, ma dovrà ricevere il placet sia dal Libano che da Teheran.
L'uomo ampiamente considerato l'erede di Nasrallah, suo cugino (da parte di madre) Hashem Safieddine, classe 1964, supervisiona gli affari politici di Hezbollah e fa parte del Consiglio della Jihad del gruppo. Ne segue le orme, essendo un religioso, dal distintivo turbante nero, simbolo della discendenza da Maometto. I legami familiari di Safieddine (suo fratello, Abdallah Safieddine, è il rappresentante di Hezbollah a Teheran) e la sua somiglianza fisica con Nasrallah, nonché il suo status religioso di discendente dal profeta dell'islam, sarebbero tutti fattori che giocherebbero a suo favore.
L'ascesa a partire dagli anni Ottanta
Ma la domanda giusta è: Saffieddine è ancora vivo? Differenti media arabi, oltre che una serie di speculazioni sui canali web, lo vorrebbero presente al summit di ieri in quel di Beirut. Lo scorso giugno, si erano diffuse le voci della sua presunta morte, insieme ad altri due importanti leader di Hezbollah, in un attacco aereo israeliano sulla sua casa a Deir Qanoun, nel Libano meridionale. Secondo fonti dei media, l'attacco aveva preso di mira Safieddine, il vice leader di Hezbollah Naim Qassem e il co-fondatore ed ex leader Subhi al-Tufayli. Un portavoce non identificato di Hezbollah, in seguito, aveva negato queste affermazioni, sostenendo che l'edificio era vuoto quando è stato colpito.
Safieddine è responsabile della supervisione delle attività politiche, sociali, culturali ed educative di Hezbollah. In qualità di capo dell'Assemblea esecutiva, Safieddine è uno dei sette membri eletti del Consiglio della Shura di Hezbollah, l’organo decisionale supremo che affronta questioni religiose, militari e strategiche. Dal consiglio della Shura dipendono una serie di uffici, tra i quali il Consiglio della Jihad, che invece si occupa delle operazioni di militari e di sicurezza, gestisce la sicurezza interna, organizza le attività della resistenza, le operazioni all’estero e le azioni di intelligence. Safieddine fa parte della gerarchia di Hezbollah fin dalla fondazione del gruppo nel 1982. Negli anni '80, avrebbe ricevuto la sua formazione politica e spirituale in Iran, per poi assumere nel 1992 la guida dell'Assemblea esecutiva, dopo che Nasrallah era diventato segretario generale. Dopo aver accusato Israele di aver pianificato di assassinare la leadership di Hezbollah, Nasrallah nominò Safieddine come suo successore nell'ottobre 2008.
Gli intrecci familiari con i Soleimani
Il Dipartimento di Stato americano lo ha designato come terrorista nel 2017. Il Regno dell'Arabia Saudita haha fatto lo stesso, ai sensi della legge sui reati e il finanziamento del terrorismo. Come era prevedibile, Safieddine è soggetto a sanzioni internazionali (oltre che in Qatar, Stati Uniti e Argentina) per via della propria militanza. Proprio il meccanismo delle sanzioni permette poi di ricostruire i legami che quest'uomo possiede con la casa-madre, ossia Teheran. Suo figlio Riza Saffieddine, ha infatti sposato Zeinab Soleimani, figlia del generale dei Quds iraniani Qassem Soleimani, ucciso nel gennaio 2020 a Baghdad per ordine di Donald Trump. Proprio Nasrallah aveva consolato pubblicamente la giovane rimasta orfana, allora diciassettenne, "Allah mi ha dato il grande onore di far parte della jihad e ha concesso a tuo padre di porre fine alla sua vita come shahid [martire]. È la cosa più bella possibile".
Il legame con Teheran
Oltre agli intrecci familiari, Safieddine ha forti legami con Teheran avendo trascorso anni studiando al seminario di Qom prima di essere chiamato a Beirut da Nasrallah per ricoprire ruoli chiave in Hezbollah. Sedici anni fa, un quotidiano iraniano suggerì Safieddine come potenziale successore di Nasrallah, ma alcune fonti indicano che la decisione era stata presa molto prima. Un ex leader di Hezbollah ha rivelato che Safieddine fu scelto circa due anni dopo che Nasrallah divenne Segretario generale, in seguito all'assassinio di Abbas al-Mousawi da parte di Israele. Le sue possibilità di succedere a Nasrallah sono rafforzate dai loro percorsi simili all'interno del partito, sebbene Nasrallah, che aveva solo due anni in più, avesse una presenza politica più imponente. Infatti, fino a poco tempo fa, Safieddine era un personaggio pressoché sconosciuto nella politica libanese.
Ma a causa delle misure di sicurezza rafforzate, è salito alla ribalta durante gli eventi del partito, in particolare durante i funerali dei comandanti uccisi o mentre combatteva a fianco del regime del presidente Bashar al-Assad in Siria e in altre aree a sostegno deli piani regionali di Teheran.
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