Drone Usa in volo sul Mar Nero: è braccio di ferro con Mosca

Gli Stati Uniti hanno ripreso a volare sul Mar Nero dopo quanto accaduto martedì, dopo che un drone americano Mq-9 era precipitato in acque internazionali in seguito a una collisione con un caccia russo Su-27

Drone Usa in volo sul Mar Nero: è braccio di ferro con Mosca

Un drone americano da ricognizione è in volo sulle acque del Mar Nero. I dati del sito di tracciamento FlightRadar24 mostrano che un Rg-4 Global Hawk si è posizionato nello spazio aereo internazionale a sud est della Crimea e a ovest della città costiera russa di Sochi. Questo significa che gli Stati Uniti hanno ripreso a sorvolare l'area dopo quanto accaduto lo scorso martedì, quando un drone Usa Mq-9 era precipitato in acque internazionali in seguito a una collisione con un caccia russo Su-27.

Il drone americano sul Mar Nero

In seguito all'incidente, gli Stati Uniti avevano chiarito che avrebbero continuato ad operare nello spazio aereo internazionale. E così è stato, visto che il drone Rg-4 Global Hawk è appena entrato nei cieli sopra il Mar Nero passando dalla Romania. Stiamo parlando di un aereo spia molto più grande dell'Mq-9 Reaper, capace di volare in alta quota e forte di un'ampia autonomia di volo.

In ogni caso l'intera zona rimane ad altissima tensione. La Marina ucraina ha fatto sapere che sedici navi da guerra russe rimangono in servizio di combattimento nel Mar Nero, quattro delle quali armate con un massimo di 24 missili da crociera Kalibr. Mosca, ha proseguito Kiev, mantiene inoltre una nave da guerra nel Mar d'Azov e sette nel Mediterraneo, di cui tre armate con un massimo di 20 missili da crociera Kalibr.

Costi e benefici

Quella dell'Rg-4 Global Hawk è la prima missione di un drone americano sul Mar Nero dopo l'episodio che ha coinvolto l'Mq-9 Reaper. Il messaggio è forte e chiaro: gli Stati Uniti non si lasciano intimorire dalla Russia. Eppure Washington ha effettuato una valutazione delle operazioni con i droni nell'area, soppesando i costi e i benefici.

A dire il vero gli Stati Uniti non avevano interrotto del tutto i voli. L'esercito statunitense aveva infatti inviato lo stesso modello di drone, un MQ-9 Reaper, in missione all'incirca nella stessa area del Mar Nero poco dopo la collisione. Il velivolo aveva la missione di sorvegliare il sito dell'incidente e monitorare i russi alla ricerca dei detriti.

Ciò nonostante le forze armate Usa, hanno spiegato alla Cnn alcuni funzionari, starebbero "esaminando attentamente" le rotte dei droni e valutando come ridurre il rischio di conflitto con l'esercito russo, che vola regolarmente con jet da combattimento dentro e fuori la Crimea.

Rischio escalation?

Il Pentagono, dunque, intende analizzare i costi e i benefici complessivi di queste missioni, confrontando il potenziale valore di intelligence di una particolare rotta con il rischio di un'escalation con la Russia.

Alcuni militari statunitensi temono infatti che la limitazione delle rotte dei droni possa avere un impatto sulla raccolta di informazioni relative alla guerra in Ucraina, ha dichiarato un alto funzionario militare. Ma gli Stati Uniti hanno potenziali alternative per raccogliere informazioni, come i satelliti spia.

Certo è che la presenza dei droni americani sul Mar Nero riaccende la spia di una possibile

escalation tra Stati Uniti e Russia, a maggior ragione se Mosca dovesse effettuare un'azione simile a quella effettuata nei giorni scorsi. A quel punto, una nuova scintilla potrebbe seriamente scatenare un incendio.

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