La guerra del gas russo fa esplodere le bollette

Da gennaio l'Ucraina bloccherà il transito per l'Europa. E anche in Italia si teme la speculazione sui prezzi

La guerra del gas russo fa esplodere le bollette
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In attesa dell'insediamento di Donald Trump il 20 gennaio per cercare di arrivare a una soluzione diplomatica in Ucraina, si riapre un altro capitolo del conflitto: la guerra del gas. Dal primo gennaio il gas russo smetterà di transitare per l'Ucraina poiché il 31 dicembre scade l'accordo quinquennale sul metano tra Kiev e Mosca e il presidente ucraino Zelensky si è detto non disponibile ad aprire una trattativa con Putin per il rinnovo. Inevitabilmente lo stop avrà ripercussioni sulle forniture di gas alle nazioni dell'Unione europea, Italia inclusa. Nonostante da febbraio 2022 a oggi l'importazione di gas dalla Russia sia calata in modo notevole, ci sono ancora alcune nazioni come Ungheria e Slovacchia (e in parte l'Austria) le cui forniture dipendono in larga parte da Mosca.

Secondo i dati Eurostat il volume di gas naturale importato dalla Russia è stato inferiore del 54% rispetto al primo trimestre del 2021, eppure nel terzo trimestre del 2024 le forniture di gas russo alle nazioni dell'Ue erano ancora al 20% con un aumento del valore delle importazioni a causa dei prezzi in forte rialzo.

In questo contesto l'Italia, che prima dello scoppio della guerra in Ucraina importava il 40% delle proprie forniture di gas dalla Russia (30 miliardi di metri cubi nel 2019), è scesa a 2,9 miliardi nel 2023 (circa il 5% di consumi annui) grazie alle politiche di diversificazione dei fornitori dei governi Draghi e Meloni. Nei primi mesi del 2024 la tendenza si è però invertita e, secondo i dati del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, le importazioni italiane di gas naturale russo sono cresciute del +50,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. Lo stop dal primo gennaio del transito di gas dall'Ucraina potrà avere conseguenze sulle bollette degli italiani che dovrebbero aumentare nel 2025 anche per il rischio di fenomeni speculativi nel mercato del gas.

Le cose andranno però peggio per Ungheria e Slovacchia con un duro scontro in atto tra il premier slovacco Robert Fico e Volodymyr Zelensky. In un video Fico ha avvisato Zelensky che, se l'Ucraina interromperà la fornitura di gas russo alla Slovacchia a partire dal primo gennaio, la Slovacchia prenderà in considerazione l'ipotesi di interrompere il flusso di elettricità verso Kiev. Non si è fatta attendere la risposta di Zelensky secondo cui «la politica miope di Fico ha già privato il popolo slovacco di un risarcimento per la perdita del transito del gas russo. Ora rischia di privare gli slovacchi di altri 200 milioni di dollari l'anno, che l'Ucraina paga per l'elettricità importata» accusandolo poi di ricevere ordini dal Cremlino.

Proprio dal Cremlino sono arrivate le dichiarazioni di Putin secondo cui gli ucraini stanno «punendo l'Europa» fermando la circolazione di gas e dichiarandosi disponibile a continuare la fornitura facendolo transitare dalla Polonia. «Non dovete far altro che premere il pulsante» ha aggiunto a Putin rivolgendosi ai leader europei.

A complicare ulteriormente il quadro c'è la Moldavia dove è stato da poco rieletto un presidente filoeuropeo. Gazprom ha infatti annunciato che «ridurrà a zero metri cubi al giorno delle consegne di gas naturale alla Repubblica di Moldova, a partire dal primo gennaio 2025 alle 05:00 Gmt» a causa di un contenzioso per un debito non pagato dalla Moldavia.

La situazione è a tal punto delicata che il Parlamento moldavo ha approvato l'istituzione dello Stato di emergenza per un periodo di 60 giorni, a partire dal 16 dicembre, in previsione dell'interruzione delle forniture di metano russo. La guerra del gas è solo all'inizio.

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