Kiev ha già vinto la guerra dell'energia. Bakhmut resiste, scontri durissimi

Fallito il piano russo di isolare l'Ucraina. Torna a esportare elettricità. Zelensky teme un'invasione dalla Bielorussia ma tiene la città chiave

Kiev ha già vinto la guerra dell'energia. Bakhmut resiste, scontri durissimi

Maksym Timchenko non si considera un eroe, anche perché la divisa militare l’ha indossata soltanto nel 1995, prestando il servizio di leva. Eppure, se l’Ucraina non è rimasta al buio, nonostante gli incessanti bombardamenti russi, il merito in larga misura gli appartiene. Dalla scorsa estate, dopo i danni causati dal conflitto nell’area di Zaporizhzhia, dove era stata minacciata l’integrità strutturale della centrale, l’azienda privata Dtek Energ, di cui Timchenko è presidente, ha gestito buona parte della fornitura di energia nel Paese, nonostante la pioggia di missili. «Abbiamo fatto il possibile per sostenere il governo e i cittadini, e vi posso assicurare che non è più stata nel tempo una questione di soldi, ma di sopravvivenza». La Dtek Energ ha tenuto in piedi l’Ucraina, garantendo energia quando Putin tentava di spegnere l’interruttore e costringere alla resa 35 milioni di persone. L’intento del leader del Cremlino era quello di rendere complicati comunicazioni e trasporti, di indebolire il tessuto economico ucraino, necessario a sostenere lo sforzo bellico, e sfibrare la popolazione, fiaccandone la coesione sociale.

Che il peggio sia in qualche modo passato lo ribadisce anche l’MI6 britannico, che nel quotidiano report di guerra considera fallita la campagna russa contro il sistema elettrico ucraino. Mosca ha condotto attacchi a lungo raggio dall’ottobre 2022, ma i blitz su larga scala sono diventati sporadici dall’inizio del mese scorso. Su scala minore (meno di 25 munizioni al giorno) continuano, ma è acclarato che stanno avendo un impatto debole. Nel frattempo, le società ucraine che gestiscono la rete continuano a procurarsi trasformatori di ricambio e altri componenti critici. Il trasporto e l’installazione rappresentano una grande sfida logistica, soprattutto per i trasformatori ad alta tensione che pesano più di 100 tonnellate. Il ministro dell’Energia ucraino, German Galushchenko, è ottimista, e ha dichiarato che «l’Ucraina può nuovamente esportare energia elettrica nei Paesi dell’Ue per via di un eccesso di capacità produttiva».

Ora tocca ai soldati sul campo di battaglia completare l’opera. È di queste ore la notizia che le forze ucraine stanno lavorando per rafforzare le posizioni difensive lungo il confine con la Bielorussia e la Russia. Lo ha annunciato il ministero della Difesa, precisando che è in corso l’espansione del sistema di barriere nelle aree vicine alle frontiere. Allo stesso tempo si stanno creando campi minati anticarro in aree accessibili ai carri armati. Lo riferisce il comandante delle forze congiunte Sergei Naev, aggiungendo che «le unità del genio militare stanno lavorando 24 ore su 24, nonostante le condizioni meteorologiche». Lo spettro di un’invasione dalla Bielorussia continua a togliere il sonno a Zelensky e ai suoi strateghi, mentre Mykola Oleshchuk, comandante delle forze aeree, si preoccupa per un attacco di Mosca dai cieli, con bombe del peso di 1,5 tonnellate, sulle aree di Chernihiv, Sumy, Kharkiv, Zaporizhzhia (dove gli invasori hanno costruito una trincea lunga più di 70 km) e Kherson.

A Bakhmut la situazione è estremamente complicata a causa dei continui bombardamenti e degli assalti dei russi, ma i soldati ucraini resistono, controllando parte del centro e una

zona a Ovest.

Le battaglie più feroci si concentrano in direzione di Maryinka. Secondo il Washington Post le forze armate di Kiev starebbero affrontando una carenza di munizioni, raccogliendo ordigni inesplosi degli invasori.

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