"L'Europa non siederà al tavolo dei negoziati sull'Ucraina". Parla l'inviato speciale di Trump

Intervenuto alla Conferenza di Monaco, Kellogg ha risposto con franchezza a chi gli chiedeva se l’Unione Europea avrebbe partecipato ai colloqui programmati

"L'Europa non siederà al tavolo dei negoziati sull'Ucraina". Parla l'inviato speciale di Trump
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L’Europa potrà essere ascoltata, ma non avrà un posto diretto ai negoziati di pace sull’Ucraina. A rivelarlo è stato Keith Kellogg, inviato speciale di Donald Trump per la crisi ucraina. Intervenuto alla Conferenza di Monaco, Kellogg ha risposto con franchezza a chi gli chiedeva se l’Unione Europea avrebbe partecipato ai colloqui programmati: “Appartengo alla scuola del realismo e questo non accadrà”, ha dichiarato, citato dal Guardian.

Con un tono diretto, ha poi rivolto un messaggio agli alleati europei: “Non preoccupatevi di essere o meno al tavolo delle trattative, ma piuttosto portate idee concrete e aumentate la spesa”. E, con un tocco ironico, ha aggiunto: “So che può suonare irritante, come il gesso sulla lavagna, ma voglio essere sincero”. Il problema, ha detto l'inviato Usa, è che Trump non vuole ripetere gli errori del formato di Minsk, quando c'erano molte teste ma non si è avuto successo. "Non ripeteremo i fatti di Minsk", ha ribadito.

Per l'inviato speciale degli Usa, al tavolo dei negoziati si terrà conto degli interessi dell'Europa ma ha escluso la presenza fisica di rappresentanti europei. "Non voglio specificare, voglio dire come definire il tavolo? Vi siederete al terzo tavolo?", ha chiesto rivolgendosi ai rappresentanti europei. "Saranno inclusi tutti i vostri interessi in queste discussioni? Sì. Ma se questo significa sedersi fisicamente al tavolo, allora no".

Secondo il ministro degli Esteri Antonio Tajani, si è avviato un dialogo che segna l’inizio di una nuova fase nel tentativo di raggiungere la pace in Ucraina. Pur trattandosi solo delle prime fasi del processo, Tajani ha sottolineato la necessità di portarlo avanti fino alla fine del conflitto, assicurando la libertà e l’indipendenza di Kyiv.

L’Italia, ha spiegato, sta contribuendo attivamente, esprimendo chiaramente a Kellogg e Marco Rubio la propria posizione, incentrata sulla necessità di un ruolo politico dell’Europa nei negoziati. Secondo il ministro, questo contributo è stato riconosciuto, anche perché i Paesi europei coinvolti nei colloqui sono gli stessi che hanno imposto le sanzioni, e dunque dovrebbero far parte del confronto diplomatico. Nonostante alcune dichiarazioni discordanti, Tajani ha evidenziato la disponibilità degli Stati Uniti ad ascoltare l’Europa e l’Italia, come dimostrato dagli incontri bilaterali avuti con Kellogg e Crosetto, nonché dalle riunioni con Rubio, sia in ambito G7 che nel formato ristretto di cinque Paesi europei, incluso il Regno Unito. Durante questi confronti a porte chiuse, si è discusso delle strategie da adottare per il futuro.

Tajani ha ribadito che il percorso verso la pace è ancora lungo e che, per il momento, si è trattato solo di un primo contatto telefonico.

Tuttavia, ha sottolineato la determinazione degli Stati Uniti nel proseguire su questa strada, mentre l’Europa intende sostenere un processo di pace che garantisca la sicurezza e il futuro dell’Ucraina. In questo contesto, ha concluso, la collaborazione tra americani ed europei resta essenziale, con entrambe le parti consapevoli della reciproca necessità.

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