Catania - Divulgavano in rete informazioni sulla costruzione di bombe. La Dda di Catania ha
disposto delle perquisizioni domiciliari in alcune città, eseguite dalla
Polizia Postale e delle Comunicazioni con l’ausilio del personale
delle Digos, nei confronti di cinque italiani indagati per divulgazione
tramite la rete internet di istruzioni ed informazioni per il
confezionamento e l’utilizzo di ordigni esplosivi.
Esplosivi e armi da guerra on line L’indagine è stata svolta dal Compartimento Polizia Postale e delle
Comunicazioni di Catania ed è scaturita dall’attività di monitoraggio
di servizi della rete internet, finalizzata in particolare
all’individuazione di spazi web che divulgassero illegalmente on
line informazioni per la fabbricazione e l’uso di ordigni esplosivi.
Sono stati rinvenuti veri e propri manuali multimediali per la
costruzione e l’utilizzo di ordigni esplosivi rudimentali, di armi da
guerra, di aggressivi chimici o di sostanze batteriologiche nocive o
pericolose e di altri congegni micidiali.
I risultati, ottenuti a termine dell’attività di investigazione,
confermano l’attenzione della Polizia Postale nei confronti di tutte le
modalità di reato perpetrate attraverso internet, i servizi coordinati
dal Servizio Centrale Polizia Postale di Roma sono stati disposti alla
luce della necessità di rafforzare gli strumenti di prevenzione e
contrasto nei confronti del terrorismo internazionale.
Fucili a pallettoni e proiettili Le perquisizioni, disposte dal pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia Francesco Puleio, oltre che confermare in toto le ipotesi investigative degli inquirenti, hanno permesso di denunciare in stato di libertà altri due soggetti e hanno condotto al sequestro di proiettili a pallettoni non regolarmente denunciati, di munizioni per armi da guerra, di armi detenute illegalmente dagli indagati, oltre al sequestro amministrativo di due fucili e sette pistole, nonché parecchio materiale informatico e cartaceo con istruzioni per la costruzione di ordigni esplosivi e per la manomissione di cabine telefoniche. Le città interessate dalle perquisizioni sono state Roma, Bergamo, Terni, Salerno e Potenza.
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