Guillem e Maliphant: un amore sulle punte

Sfida reciproca alla ricerca di nuovi limiti fra l’étoile dell’Opéra di Parigi e il coreografo

Nel mondo dello spettacolo si registra con frequenza l'uso della parola «evento». Il fenomeno preoccupa, perché poi non si capisce più cosa lo sia e cosa no.
Ma si può essere certi che quanto andrà in scena stasera e domani al teatro degli Arcimboldi lo sia: l'incontro tra una delle «più grandi ballerine della sua generazione» (la definizione è del Guardian) e uno dei più grandi coreografi viventi.
Lei è Sylvie Guillem, lui Russell Maliphant. E lo spettacolo è Push, passo a due che li vede sfidare insieme le tiranniche leggi della forza di gravità.
«In realtà lo spettacolo è nato alcuni anni dopo il nostro incontro», dice Sylvie, nominata étoile dell'Opéra di Parigi nell'84 da un tal Rudolph Nureyev, incantato dal magmatico e acerbo talento di quella diciannovenne sottile e allo stesso tempo esplosiva.
«Io e Russell abbiamo lavorato insieme la prima volta nel 1999 - prosegue -. Durante le prove passavo tanto tempo tra le sue braccia di coreografo. Quel tipo di contatto mi piaceva, e quando nella danza c'è quel contatto allora c'è qualcosa. Da lì è nata l'idea di danzare assieme, che poi è maturata nel 2005 con Push».
Cioè «spinta». Anche a prendere la decisione di tornare sul palco. «Sì, posso dire che lo spettacolo si chiama così anche perché rappresenta ciò che mi ha spinto a danzare di nuovo», spiega Maliphant in un perfetto inglese con cui involontariamente nasconde le sue origini canadesi.
«Non me ne pento - dice -. Anzi, lavorare con Sylvie mi ha permesso di estendere il mio linguaggio e il mio interesse ad altri elementi». «Sensazione reciproca - aggiunge Guillem in un invidiabile italiano -. Qualcuno ha definito amore il rapporto tra i due danzatori. Direi che è più un dialogo tra due che cercano di conoscersi e capirsi».
Danzato su musiche di Andy Cowton, Push sfida le leggi della gravità perché mostra i protagonisti alle prese con movimenti impensabili e all'apparenza semplicissimi.
Basato su un gioco di attrazione e repulsione dei corpi, esprime sin dal primo passaggio - il sinuoso scivolare di lei sulla schiena di lui - una leggerezza che dura tutti i 35 minuti del brano.
Che non esaurisce lo spettacolo: in programma ci sono altri tre frammenti.

Due sono per Guillem: Solo, in cui danza sul flamenco del chitarrista Carlo Montoya, e Two, dove il gioco di luci, dice lei, «è un capolavoro».
L'altro assolo è per Maliphant in Shift, duetto del protagonista con la propria ombra.

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