«Tariffe, e assistenti di volo, calde». Ghada è andata su tutte le furie quando ha visto uno degli ultimi spot della Ryanair. «Sessista», ha pensato. E ha deciso di sfidare la compagnia aerea più famosa del mondo. Come? La giovane, fondatrice del gruppo Cabin Crew against sexism (assistenti di volo contro il sessismo), ha raccolto quasi ottomila firme dopo aver visto la pubblicità su un quotidiano britannico, accanto alla foto di una ragazza in bikini con un dito negli slip.
«Sono un membro del personale di volo, amo il mio lavoro e lo prendo seriamente. I miei colleghi, molti dei quali sono uomini, lavorano duramente insieme a me per garantire la sicurezza dei nostri passeggeri. La sicurezza è la nostra priorità, non la marca dei nostri slip», scrive Ghada nella petizione. Insomma belle, sì, ma soprattutto professionali. E c'è poco da farci dell'ironia sopra.
Ora le cose si mettono male per la compagnia. L'autorità britannica per gli standard nella pubblicità sta indagando sulle accuse. Secondo un avvocato specializzato in cause sul lavoro, con pubblicità di questo tipo Ryanair rischia grosso. «Se uno dei loro dipendenti finisce vittima di molestie sessuali, con uno spot del genere Ryanair si espone al rischio di una causa legale», ha detto Samantha Mangwana dello studio Russell Jones & Walker. Che ha aggiunto: «Per legge, i datori di lavoro devono prevenire la discriminazione e le molestie nei confronti del loro personale. Ma questa pubblicità incoraggia l'esatto opposto».
Non è la prima volta che Ryanair finisce nel mirino per le sue pubblicità osè.
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