I 600 allievi dell’Ipsia scrivono al preside: «Rivogliamo in aula il nostro Crocifisso»

«Ridateci il Crocifisso nelle aule». È questa la richiesta della maggior parte degli studenti di una scuola, rivolta al dirigente scolastico ed al Consiglio di istituto, che fino ad oggi l'hanno lasciata cadere nel vuoto.
Succede all'Ipsia Parma di Saronno, dove seicento allievi su ottocento frequentanti, e con loro un ex insegnante in pensione, hanno sottoscritto una petizione «contro una politica laica non condivisa». «Per ragioni che non conosciamo – spiega l'ex docente -, nel corso degli ultimi anni i Crocefissi sono scomparsi da tutte le aule, mentre sono rimasti appesi al muro in segreteria e nel locale dei bidelli. Più volte nel corso delle assemblee di classe gli studenti hanno manifestato la loro contrarietà scrivendo al dirigente scolastico, ma non hanno mai ottenuto risposta. Né da lui, né dal consiglio d'istituto».
Da qui l'idea di raccogliere le firme in calce alla petizione, che ha ottenuto un risultato inaspettato. E non solo tra gli allievi italiani: tra i firmatari infatti figurano molti studenti di altre nazionalità. Le ragioni degli studenti fanno leva su una sentenza del Consiglio di Stato relativo ad un ricorso presentato per un caso analogo, a Padova.
I giudici avevano infatti sottolineato che il Crocifisso doveva restare nelle aule, non perché suppellettile o oggetto di culto, bensì in quanto simbolo idoneo ad esprimere il fondamento dei valori civili, fra i quali la tolleranza e il rispetto reciproco. Insomma, aveva specificato, la laicità non veniva affatto intaccata dall'esposizione della Croce.

Il preside della scuola, nonostante sia trascorso diverso tempo dalla ricezione della petizione, non s'è ancora adeguato. La scuola è grande e ci sono molti altri problemi da risolvere. Prioritari, rispetto al ritorno del Crocifisso nelle aule.

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