I «barbieri siciliani» negli scatti di Armando Rotoletti

Gesti lenti, compiuti davanti a grandi specchi, in un'atmosfera ovattata in bilico tra il sacro e il profano. Questa è la prima impressione che si ha quando, in Sicilia, si entra in un vecchio negozio di barbiere. Mobili retrò, occhi che scrutano, menti insaponati, baffi che fremono come antenne curiose. Lì si compie ogni giorno un rito antico, irrinunciabile. È come essere in chiesa. Intorno e dentro a queste botteghe la cultura maschile locale trova la sua dimensione più autentica. La cura della barba, in fondo, è soltanto un fatto secondario. Si va lì per incontrarsi, confrontarsi, per ascoltare pettegolezzi, giudizi e racconti del vicinato. Un microcosmo affascinante e un po' barocco dove non è facile intromettersi, soprattutto per uno che, armato di fotocamera e obiettivo, voglia scattare qualche ritratto ai presenti. Ci è riuscito Armando Rotoletti, autore di origine siciliana che a Milano lavora come fotogiornalista e che utilizza il ritratto come mezzo favorito della narrazione. Il suo lavoro in bianco e nero, a metà tra ricerca antropologica e nostalgico amarcord, è stato realizzato all'inizio degli anni Novanta. Percorrendo l'intera regione ha cercato paesini e personaggi in via d’estinzione, calati in situazioni che lo scorrere del tempo porterà via, come il passare di una lama sulla schiuma di sapone.

Catalogo con testi di Vincenso Consolo e Igor Man.
La mostra «Barbieri in Sicilia» è aperta alla Galleria Grazia Neri fino al 21 febbraio con ingresso libero. Orari: 9-13 e 14-18. Sabato 10-12.30 e 15-17; chiuso domenica. Info: tel. 02.625271.

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