Luciana Baldrighi
«Da vero e proprio Dio degli abissi Eduardo Giannattasio fa emergere dalloscurità del suo inconscio il calore della creatività per poi materializzarlo nel calore delle fiamme che lambiscono realmente le tavole già predisposte a riceverle». Questo secondo Gabriella Taddeo che ha curato lopere dello stravagante artista, allanagrafe Eduardo Santoro, nato a Sieti in provincia di Salerno e diplomatosi allAccademia di Belle Arti di Napoli.
I suoi lavori, realizzati per la maggior parte con tecnica mista sono esposti nello spazio di Via SantOrsola 12 fino al 9 febbraio e sembrano essere lespressione del gesto estemporaneo di Pollock alla prima maniera, sfiorando un astrattismo figurativo solo apparentemente in contraddizione con la dedizione alla figura. Unaltra capacità dellartista è proprio quella di coniugare larte manuale, pittorica e teatrale. La scultura stessa rappresenta secondo la tecnica orientale adottata dallo stesso autore, dal nome Raku (nata dalla filosofia zen e sviluppatasi in seno alla cerimonia del tè) ed anche questa appartiene alle mille sfumature astratto coloristiche di grande libertà concettuale e stilistica.
In Giannattasio la razionalità, sempre discreta sembra imbrigliarlo nel vecchio schema surrealistico, ma in realtà si tratta di un ritmo equilibrato, di una tecnica molto personale. Lo si può riscontrare nelle tele di medio e grande formato, molte su carta dal titolo «Hidalgo», «Raccolta», «Campo di caccia», «Contadino», «Danza del fuoco» e «Ritorno alla madre» del 2005. Ne «La pesca» e «Verso il focolare» del 2006 compaiono le figure, vere e proprie silhouette e il colore diventa più rarefatto e allo stesso tempo compare una storia, dei pescatori, una donna, un volto... La stessa cosa come in «Grande spirito», «Tribal»,«Lo scrutatore dastri», «Pastore», «Famiglia» e «Tracce nel vento», sempre di questanno sembrano essere lespressione di un più alto lirismo sgrammaticato, solare, ermetico e allo stesso tempo rappresentativo di quel suo sapere essere grande in arditezza pur conservando sottili sofismi formali.
Eduardo Giannattasio
fino al 9 febbraio
via SantOrsola 12
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.