Da Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, alle maggiori banche centrali. L'idea di crearsi una propria valuta digitale, secondo i meccanismi della blockchain (vedi l'articolo principale in queste pagine) è venuta a parecchi. Zuckerberg il proprio progetto l'ha già lanciato con il nome di Libra, creando una fondazione basata in Svizzera (nelle ipotesi potrebbe diventare una sorta di banca centrale). Le autorità finanziarie di mezzo mondo (Fed e Bce comprese) hanno però storto il naso di fronte al re dei social che voleva diventare banchiere senza sottoporsi ad alcun controllo. Il risultato è che alcuni dei soci (grandi istituzioni finanziarie), che Zuckerberg aveva raccolto, si sono fatti da parte; Libra ha cambiato nome e adesso si chiama Diem; il progetto iniziale è progressivamente cambiato. Si tratta sempre di creare una cosiddetta stablecoin (il suo valore sarebbe ancorato a un paniere di altre valute, dollaro ed euro in testa), ma adesso il focus dichiarato è quello di fornire un sistema di pagamento alle popolazioni del Terzo Mondo che non hanno un conto corrente bancario. A molti l'obiettivo appare poco più che una foglia di fico: il dubbio è come si possa risolvere il problema di chi non ha accesso a una banca attraverso un mondo complesso come quello dei pagamenti in monete digitali.
Quanto alle banche centrali, è da segnalare la decisione della Bce. L'istituto di Francoforte ha presentato pubblicamente un documento nel corso dell'autunno su cui è in corso una consultazione pubblica. Verso la metà di quest'anno dovrebbe prendere la decisione se lanciare o meno un euro totalmente digitale, diverso, ovviamente dalle banconote, ma anche dai pagamenti elettronici che transitano attraverso le banche o le società di pagamenti che gestiscono per esempio le carte di credito.
L'euro digitale, almeno in teoria, darebbe la possibilità a ciascuno di aprire un conto direttamente presso la banca centrale, accessibile attraverso carte o smartphone. Si tratterebbe a tutti gli effetti di una rivoluzione, che avrebbe come effetto la disintermediazione del sistema dei pagamenti. In pratica non sarebbe più necessario passare attraverso una banca commerciale: farebbe tutto la Bce «spiazzando» gli istituti di credito privati.
Potrebbe essere una strada per superare i rischi legati alle crisi di liquidità, ma avrebbe anche importanti contro-indicazioni: le banche giocano un ruolo fondamentale nella fornitura di credito agli operatori economici e l'euro digitale renderebbe più scarsa la materia prima con cui operano.
Per raccogliere soldi gli istituti commerciali dovrebbero aumentare i tassi di interesse (avrebbero la concorrenza diretta e temibile della Bce, sicura per definizione), con il risultato di far aumentare anche l'interesse chiesto sui prestiti e ridurre lo stock di credito concesso. Una strada potrebbe essere quella di contingentare a una soglia abbastanza bassa l'ammontare dei conti presso la Bce.
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