Perdite per 77,1 milioni di euro e debiti per 442 milioni di euro. Sono gli spaventosi conti resi noti oggi dal Barcellona, che ha fatto chiarezza sulla propria situazione finanziaria. Lo scorso 30 giugno, prima dell'addio dell'ormai ex presidente Joan Laporta, il club catalano aveva fatto riferimento ad un bilancio positivo per 11 milioni di euro in relazione al 2009-2010. Ora, dopo l'elezione di Sandro Rosell alla presidenza, il vicepresidente economico Javier Faus ha fornito nuove cifre basate su una revisione realizzata da Deloitte. Le entrate ammontano a 408,9 milioni (e non ai 445 citati nella gestione Laporta) mentre i costi hanno toccato quota 477,9 milioni (e non 428,7 indicati in precedenza). La società spende 235,2 milioni per gli ingaggi: il 48% delle spese, in sostanza, sono riservate agli emolumenti dei calciatori.
Se ai 69 milioni di perdite si aggiungono altri 8,1 milioni di costi finziarari, si arriva al -77,1. Il dato spaventoso è quello dell'indebitamento complessivo: 442 milioni di euro. «C'è un problema strutturale -spiega Faus-. All'eccellenza sportiva degli ultimi anni non ha corrisposto l'eccellenza finanziaria.
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