I designer alla corte del Fai

Il milanese Piero Portaluppi progettò nel cuore di Milano, in via Mozart, Villa Necchi Campiglio nei primi anni Trenta. Potrebbe essere questa la data di nascita del made in Italy. Da sabato 10 aprile, Villa Necchi è sede di una mostra che omaggia il disegno dei creativi italiani e stranieri di oggi

I designer alla corte del Fai

Il milanese Piero Portaluppi progettò nel cuore di Milano, in via Mozart, Villa Necchi Campiglio nei primi anni Trenta. Potrebbe essere questa la data di nascita del made in Italy: l'architetto si divertì infatti a creare una dimora in perfetto stile razionalista, e non tralasciò alcun dettaglio, dalle maniglie, agli zoccoletti, dai mobili alle decorazioni delle tovaglie a corredo. Questa casa novecentesca, già dimora delle sorelle Necchi e da loro donata al Fai due anni fa, può essere a tutti gli effetti considerata la culla del design milanese: da sabato 10 aprile e per un mese, Villa Necchi si trasforma infatti anche in una sede espositiva con una mostra che omaggia il disegno dei creativi italiani e stranieri di oggi.
«La mano del designer» (fino al 9 maggio, via Mozart 14, ingresso libero, nella settimana del Salone del Mobile dalle 10 alle 22) presenta circa 460 disegni, in bianco e nero o a colori, e schizzi autografi di 150 creativi tra i più autorevoli e rappresentativi designer contemporanei. Da Michele De Lucchi a Mario Botta, da Enzo Catellani ad Alessandro Mendini, da Alvaro Siza a Matteo Thun, da Paolo Ulian a Marc Sadler: infinite sono le sfumature che la matita o il pennarello riescono a incidere su un foglio. Non tutto il materiale raccolto dai curatori Francesca Serrazanetti e Matteo Schubert, con la collaborazione di Doia Giovanola, ha trovato posto nella casa-museo di Portaluppi: una parte della collezione è esposta nelle ampie sale della Triennale Bovisa di via Lambruschini, in felice coincidenza con l'inizio del Salone del Mobile che prenderà il via mercoledì 14 in città.
Alle pareti dell'ultimo piano di Villa Necchi, in stanze piene di luce, fanno bella mostra di sé fogli, sovente di piccole dimensioni, che hanno fatto la storia del design contemporaneo: ci sono la lampada Pipistrello di Gae Aulenti o gli studi per una poltrona di Cini Boeri, entrambi appena abbozzati a matita. Altri, come Pierluigi Cerri nello studio del logo per il museo Mart di Rovereto, hanno aggiunto il collage colorato al disegno puro. Le lampade di Sandel si animano su fogli, tanto da sembrare delle raffinate illustrazioni anziché semplici schizzi progettuali. Coloratissimi i fogli di Jacopo Foggini nei suoi studi su tavoli, così come i pastelli blu che De Lucchi usa per la sua lampada Bonne Nuit. Leggero, quasi frivolo, il tocco di Mendini nei suoi vasi mentre le composizioni di Ulian appaiono come complicati labirinti da decifrare. Tra i lavori più recenti, da segnalare quello di Carlo Bartoli che nella sua Poltrona con donna riesce, con la china e una macchia di rosso, a conferire alla sua creazione un tocco di insolita sensualità mentre le sedie colorate di Marco Acerbis paiono un omaggio alla pittura cubista. «Questa collezione di 460 opere di design appartiene al Fai per un mese: nasce per essere dissolta ad uso di Villa Necchi - spiega Marco Magnifico, vicepresidente del Fondo -. Non è un paradosso: la mostra si nutre dalla generosità degli autori che hanno donato al Fai uno o più disegni a scopo benefico. Il prossimo 13 maggio infatti, una selezione delle opere più significative esposte sarà battuta all’asta da Sotheby's e il ricavato verrà utilizzato per restaurare e lucidare alcuni mobili in radica firmati da Portaluppi che sono stati trovati nelle soffitte di Villa Necchi. Se è vero, come diceva il grande Vico Magistretti, che «il disegno racconta il significato e l'anima della proposta progettuale», questa esposizione riflette sul valore della creatività e sul fulmineo concretizzarsi dell'idea sulla pagina. Luisa Bocchietto di Adi, Associazione per il disegno industriale, commenta: «Per i creativi disegnare è un modo di pensare: lo schizzo serve a capire se un'idea funziona, in modo diretto e immediato».
Di questa mostra a scopo benefico resterà traccia non solo nei fondi raccolti dall'asta per il restauro dei mobili di Villa Necchi, ma in un catalogo edito da Moleskine, che è un inno al design italiano. Copertina bianca, quasi quattrocento pagine di disegni, il catalogo della mostra non è un elenco di sedie e tavoli ma un'antologia del più recente made in Italy.

Alla vigilia della Settimana del Mobile e per rispondere a chi annuncia, puntuale ogni anno, la morte del design italiano, questa pubblicazione racconta di architetti e studi importanti che continuano a operare nella nostra città e che attraggono giovani talenti dall'estero: questa generosità, unita alla capacità di rinnovarsi e di mettersi in discussione attingendo anche alla creatività di Paesi lontani, ci racconta di un «made in Milan» che supera la crisi a testa alta. Da settimana prossima, il Salone del Mobile è pronto a dimostrarlo sul campo.

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