I dubbi di Casini, il vuoto che avanza

RomaNon è uno scherzo, è un esercizio superiore. Chi o che cosa hanno in comune le seguenti coppie di frasi?
1) «Stop alla spirale d’odio: rassereniamo il clima, noi daremo il nostro contributo con i fatti»; «a Berlusconi dico: chi alimenta paure, genera odio».
2) «Tutti abbassino i toni, le opposizioni si abituino a ritenere il premier avversario e non nemico»; «se il premier vuole il voto, avrà le risposte che si merita».
3) «O grandi riforme o altro odio: basta con la caccia alle streghe»; «Berlusconi smetta di seminare zizzania».
4) «Valuteremo con attenzione e responsabilità il patto per la democrazia proposto dal Pdl»; «se il Pdl punta a travolgere i poteri costituzionali, mi preparo a tutto».
5) «D’Alema ha ragione, tornare a compromessi»; quella di domani.
Non c’è trucco, non c’è inganno. La prima risposta venuta in mente è quella esatta: sono dichiarazioni rese da Pier Ferdinando Casini dal 15 al 19 ultimo scorso, tratte da dispacci d’agenzia. Ora, provate a tracciare sul foglio una linea che unisca le suddette dichiarazioni secondo il comune senso della logica. Quando l’ha fatto Berlusconi nel suo lettino di ospedale, gli infermieri l’avevano preso per il tracciato dell’elettrocardiogramma. Lo stavano portando in unità coronarica: «Questo cuore fa le bizze!», urlavano. Non avevano riconosciuto gli inconfondibili ventricoli di Pierferdi, la sua aritmia congenita. «Ovunque tu vada, vacci con tutto il tuo cuore», dice una massima di Confucio, morto - per sua fortuna - ben prima della nascita del campione nazionale di slalom.
Ma c’è un motivo segreto, in quello che i comuni mortali pensano essere il ballo di San Vito e il leader dell’Udc una linea politica. La spiegazione di tutto sta nel fatto che il centro, quello di cui parla sempre Casini, è morto. Scomparso, distrutto, annientato, sepolto. Semplicemente: non esiste più. Provateci voi, a informarne i fedeli elettori. Sarebbe come il classico annuncio del Papa da San Pietro: «Dio non c’è, scusateci». Oppure, provate a stare fermi in un posto che non esiste. Ed ecco spiegato perché Casini ondeggi tanto. Pierfurby, come lo chiama Cossiga, è diventato davvero bravissimo (ha ricevuto di recente i complimenti di Fini in aula). Da anni riesce a tenere in piedi questa fola che gli consente di mantenere un 4-6 per cento di affezionati elettori, e dunque a nutrire una modesta pattuglia di democristiani scampati ai massacri di Tangentopoli.
Il vero problema di Casini comincia il giorno dopo le elezioni. Che si fa? Come mi si nota di più? Mi metto in un angolo a destra e parlo alla sinistra, o salgo sul predellino di sinistra e occhieggio alla destra? Questo il tormento del leader Udc, che da anni ci tiene avvinti. Guarda al «patto democratico» con Berlusconi, ma ecco che conclude alleanze territoriali con il Pd, lancia il clamoroso «Comitato di liberazione nazionale» (da Berlusconi), ma dà ragione a D’Alema sul dialogo per le riforme. Non senza, in verità, aver proposto anche un «legittimo impedimento» per salvare la pelle al premier.
Insomma, Casini è il vuoto che avanza sempre (proprio ieri nei sondaggi ha superato Di Pietro), in base a una nota legge della fisica e della politica: i vuoti si riempiono. Accade per gli spazi istituzionali come per le fasce di elettorato. Come per le persone. Quando Toni Bisaglia, suo primo maestro, lo presentava in giro come promessa del vivaio dc, assieme a Marco Follini, pare che dicesse: «Uno è bello, l’altro intelligente». Ora, guardate dove s’è impantanato Follini e come vive e vegeta il prossimo «figliuol prodigo» di qualcuno. Uno, l’intelligente, è finito a dipendere dalle bizze di Rosy Bindi, mentre deve pure guardarsi dalle feroci faide tra post comunisti. Il secondo, il bello, sta invece saldamente accampato nel vuoto. Viene corteggiato da chiunque e, ieri, persino dal supercomunista Ferrero, l’unico che ha creduto a questa boutade del Cln.

Trova sempre pane fresco: ora rifornendosi al forno di destra, ora a quello di sinistra. La bellezza è «una lettera di raccomandazione il cui credito non dura a lungo», scrisse un saggio. Dopo, bisogna saperla riempire. Non importa di che cosa: anche se sono soltanto Casini, funziona.

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