Milano - A tutti i deputati Idv affinché sappiano quale erroraccio stanno compiendo; per sbaglio a qualche onorevole Pdl; e poi ai «giornali che spargono veleno, ma non attaccano Pisapia perché per Berlusconi Pisapia sarà un novo difensore, come Ghedini e Pecorella!». La mail gira da un paio di giorni, mittenti perfetti sconosciuti ma con almeno due tratti certi in comune: di opposizione e parecchio incarogniti con Giuliano Pisapia, l’avvocato vendoliano candidato del centrosinistra a Milano.
Magari sono grillini, vai a sapere, ma l’astio che diffondono dice qualcosa di più. Che il fronte giustizialista è spaccato, grillini di qua dipietristi di là, ma questo in fondo non fa notizia già da un po’. Soprattutto, la fiondata è l’ennesima tappa del gioco «scaricailcandidato» che da queste parti è in voga da un po’. Anzi da subito, visto che il primo a non prodursi in grandi slanci per il «suo» uomo è stato Nichi Vendola, seguito da un Pd in «Chi l’ha visto» style, in questa campagna elettorale. Non votatelo, dicono le e-mail. Perché, e ci hanno fatto pure un gruppo su Facebook, «è il socio di Berlusconi», e prova ne siano due interviste distinte in cui il premier e l’avvocato invece di insultarsi si sono dichiarati simpatia sul piano umano. Ma soprattutto, non votatelo perché mente. Altro che legalità. «Pisapia è contro la giustizia e difensore di mafiosi, tangentisti e assassini dei lavoratori!» si legge nella mail. Per dire: «È stato difensore di Robert Venetucci, il killer della mafia americana condannato all’ergastolo, insieme al mandante Michele Sindona, dell’omicidio di Giorgio Ambrosoli, liquidatore del Banco Ambrosiano», segue link a un articolo del Corriere della Sera del 1987. Per non parlare del fatto che ha difeso pure «Arnaldo Forlani nel processo sulla maxi-tangente Enimont, la “madre di tutte le tangenti”». E dell’onta di aver difeso con Niccolò Ghedini «Pietro Marzotto e altri 13 imputati di “strage e disastro ambientale” nel processo contro l’azienda veneta “Marlane Marzotto” nel cui stabilimento calabrese di Praia a Mare sono morti di cancro 80 operai per i veleni usati da Marzotto». Tutto vero e documentato.
Con grave imbarazzo dell’avvocato rosso, pare, visto che, tanto per dire, sul suo blog ieri non si riusciva più a «postare» alcunché.
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