I graffiti sulla pietra dell’800 antenati delle scritte odierne

Francesco Gambaro

È una Genova sconosciuta, forse anche dimenticata, quella che emerge dai graffiti tracciati sui suoi monumenti nel corso dei secoli. Ci voleva lo studio approfondito di un esperto di incisioni rupestri, Italo Pucci, per sollevare il velo sulle iscrizioni apparse fin dall'800 sulle balaustre e sulle scalinate di San Lorenzo, Palazzo Tursi, Palazzo San Giorgio e su molti altri monumenti cittadini.
E suscita scalpore il fatto che la maggior parte di questi graffiti incisi sulla pietra rappresentasse i giochi nei quali si dilettavano i genovesi nei secoli scorsi: dalla dama, alla tela a mulino, fino al tris o tria che dir si voglia. «A metterli insieme - rivela Pucci - nella sede genovese dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri si potrebbe rifare la storia di Genova attraverso i suoi usi e costumi. Sono deturpazioni, ma anche espressioni di uno stato d'animo».
Già, pare che nell'800 gli abitanti della Lanterna, in particolare i ragazzini e gli anziani, avessero l'abitudine di giocare a dama sulle cimase delle balaustre o sugli scalini delle chiese. Se capitate dalle parti di San Lorenzo, gettate un occhio alla scalinata di accesso alla cattedrale: troverete la riproduzione di un antico gioco amato dai genovesi: il filetto, cioè la tela a mulino incisa sulla pietra. Lo stesso gioco che oggi è riprodotto sul retro della scacchiera della dama. L'unica differenza rispetto al passato è che allora le pedine erano costituite da sassolini o fagioli di colore diverso. Sempre in San Lorenzo, sul fianco sinistro settentrionale della cattedrale, è inserita una scacchiera a 64 tessere di colore bianco e rosso. Il suo collocamento dovrebbe essere coevo a quello dei sarcofagi romani, cioè all'epoca in cui l'edificio è stato ampliato, a partire dalla fine del XII secolo. Mentre a Palazzo Tursi - racconta l'esperto - oggi si trova una balaustra formata da colonnine in marmo su cui sono incisi due graffiti che riproducono il gioco del filetto. Un altro monumento che non è stato risparmiato dalle attività ludiche dei genovesi è Palazzo Ducale.

Sui muri della Torre Grimaldina, adibita a carcere dal 1435 fino agli anni della Resistenza, si trovano innumerevoli testimonianze lasciate dai prigionieri o dagli stessi carcerieri: c'è anche una scacchiera per giocare a dama. E altri graffiti punteggiano il santuario delle Grazie a Voltri e Palazzo San Giorgio.

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