"I nostri porti si svuotano. Emorragia inarrestabile"

Giorgio Casareto, direttore di Marina di Varazze: "I francesi hanno abolito la tassa. Basta immatricolare la barca da loro, e il gioco è fatto"

"I nostri porti si svuotano. Emorragia inarrestabile"

«I tempi sono difficili, le tasse vanno pagate, chi più ha deve giustamente dare di più per il benessere collettivo. Ma è altrettanto vero che così com’è questo balzello non fa il benessere di nessuno». Giorgio Casareto, direttore di Marina di Varazze, fa il punto sulla la tassa di stazionamento inserita nel decreto «Salva Italia». Che, ancor prima dell’entrata in vigore (1° maggio prossimo), sta già producendo i primi danni.

Direttore, se anche il Sel di Vendola si schiera contro il nuovo balzello, significa che si tratta davvero una trovata infelice.
«Credo bene! Non fa bene alla nostra nautica, non fa bene a un Paese che vive di ottomila chilometri di coste e di tutto quello che su queste cose succede. Le nostre barche e i nostri armatori tendono ad andarsene, valutano situazioni diverse come la Corsica, la Francia, la stessa Malta».
Così i nostri concorrenti tifano tutti per Monti & Passera...
«Già. I nostri cugini francesi non hanno perso tempo per approfittare del regalo. In realtà la Francia aveva fino all’altro ieri una sorta di tassa di stazionamento assimilabile più o meno alla nostra. Poi, con un tempismo alquanto sospetto, il governo di Parigi ha approvato una nuova norma che azzera totalmente la tassa nella misura in cui una nuova imbarcazione viene immatricolata con bandiera francese. Devo dire che alla notizia è stata messa la sordina, non so quanto casualmente. Comunque oggi la Ue consente a un italiano di fare tutto questo, pur acquistando la barca in Italia».
In breve, che cosa accade?
«Semplice. Compro una barca in Italia attraverso una finanziaria francese, la porto in Costa Azzurra, non pago la tassa di stazionamento, sfuggo alla gogna mediatica e alle incursioni del fisco che a mio avviso hanno ben altri scopi... Non vengo etichettato come evasore fiscale o addirittura additato come ladro. E mi godo la vacanza o il semplice week end».
D’accordo, non tutti sono evasori, ma lei converrà che i furbetti esistono. E vanno stanati.
«Certo. Ma nell’Ottocento o si andava a casa dell’evasore per scovarlo... o non lo si trovava più. Oggi da un qualsiasi computer, da un qualsiasi ufficio tributario, questi signori possono tranquillamente accedere a tutte le informazioni necessarie. Anche noi, qui in porto, siamo tenuti a dare informazioni sui nostri clienti e lo facciamo tutte le volte che ci viene richiesto. I francesi queste cose le hanno capite e ne stanno approfittando».
È davvero in atto la grande fuga dai porti italiani?
«Noi cominciamo a vedere alcuni nostri armatori che mollano gli ormeggi e se ne vanno: chi in Corsica, chi in Francia. Per nostra fortuna le coste francesi non hanno grande capacità ricettiva. I loro porti sono sostanzialmente saturi. In ogni caso Marina di Varazze ha avuto qualche defezione, alcune disdette. Devo dire, però, che molti clienti ci hanno confermato la fiducia. Possiamo ancora salvarci se da qui a maggio si arriverà a una qualche forma di modifica o di armonizzazione».
Anche i diportisti stranieri salutano e se ne vanno. Dicono che le tasse le pagano già nei loro rispettivi Paesi...
«Io in porto ho armatori tedeschi, inglesi, russi. Non ho quelli francesi per ovvie ragioni. Bene, questi signori sono venuti nei nostri uffici chiedendo notizie su questa tassa. Per sentirci dire: “Veniamo qui, portiamo ricchezza e ci fate pure pagare le tasse? No grazie, le tasse noi le paghiamo già nei nostri Paesi”. Penso che il turismo nautico degli stranieri sia destinato a crollare pesantemente. Dobbiamo garantire il gettito allo Stato? Cerchiamo di garantirlo nella maniera più logica possibile che non porti alla perdita di posti di lavoro e ricchezza per il Paese».
Alcuni porti sono disposti a pagare la tassa di stazionamento per chi non se ne va. Pensate anche voi a questa ipotesi?
«Personalmente credo sia un messaggio sbagliato. Il nostro settore va difeso a 360° e quindi non solo nei confronti di coloro che hanno una barca, ma anche di coloro che una imbarcazione non ce l’hanno e che comunque guardano a questo mondo come un covo di ladri ed evasori. Noi abbiamo ragionato su questa ipotesi in una situazione di panico violentissimo.

Convinti dell’eccellenza assoluta di Marina di Varazze, abbiamo deciso di non deprimere la nostra struttura con politiche scontistiche con l’abbattimento del livello dei servizi e, soprattutto, di non ridurre una serie di progetti migliorativi della struttura stessa. Piuttosto offriremo molto presto un pacchetto di servizi che riserverà piacevoli sorprese a chi rimarrà qui».

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