I nuovi poveri dormono in automobile

«Prima o poi verrà la pioggia»: storia di un impiegato che oltre a moglie casa e soldi perde anche lo status sociale

I nuovi poveri dormono in automobile

Andrea Indini

I nuovi poveri vestono ogni giorno giacca e cravatta per andare in ufficio a lavorare, ma la sera non hanno un letto su cui dormire e sono costretti a trovar rifugio nella propria auto. Un tema scomodo quello affrontato da Prima o poi cadrà la pioggia, lo spettacolo di Luca Radaelli che oggi e domani (ore 21.30) andrà in scena alla Fondazione Casa della carità di via Brambilla 8/10.
Un progetto teatrale diretto da Pierpaolo Olcese e basato sullo studio dei nuovi scenari dal mondo del lavoro, alla luce delle profonde trasformazioni in atto e lo loro ricadute sulle vite e sulle identità degli uomini. Lo spettacolo, che si inserisce all’interno del festival La fabbrica dell’uomo, racconta della nostra società e della sua corsa frenetica verso un tempo nel quale vengono meno le sicurezze che hanno cotraddistinto la middle class europea del dopoguerra.
Scrittura e teatro, parole e musica descrivono il mondo «minuto» di un personaggio che cerca di resistere a questo implacabile scivolamento verso l’indigenza e l’umiliazione. È solo un esempio, un puntino di una società immensa in continuo cambiamento. «Per creare il mio personaggio - spiega l’autore - mi sono immaginato una persona che, a causa di una serie di eventi concatenati, scivola nell’indigenza senza avere nessun tipo di paracadute, se non il suo orgoglio e la rabbiosa voglia di mantenere saldi i propri valori».


«Dopo aver perso soldi, moglie e casa, il mio personaggio - conclude Radaelli - viene escluso da quelli che erano soliti trovarsi in un determinato locale a fare l’aperitivo, da quelle persone che avevano la casa al mare vicino alla sua o dagli amici con cui usciva il venerdì sera». E la società sta a guardare, inerme e immobile.
Ambientare lo spettacolo alla Casa della carità è un modo per non lasciare questi problemi soltanto sul palco di un teatro.

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