​"I porti italiani sempre chiusi". Così Salvini mette al bando le Ong

Il ministro promuove il premier: "Conte è stato bravo ma siamo a metà dell'opera". E mette una pietra sulle Ong: "Non sono legittimate"

​"I porti italiani sempre chiusi". Così Salvini mette al bando le Ong

Giuseppe Conte ha fatto mettere nero su bianco la chiusura dei porti alle navi delle ong. E già questo, per Matteo Salvini, è un buon inizio per mettere fine agli sbarchi di clandestini sulle nostre coste. "Le Ong non sono più legittimate - tuona il ministro degli Interni dalle colonne del Corriere della Sera - si è sancito che nessuno deve interferire con il lavoro della Guardia costiera libica". E infatti Malta chiude e l'Italia ha già chiuso i suoi porti. "Abbiamo chiuso per gli attracchi di queste navi anche quando non portano migranti - continua il leghista - le navi straniere finanziate in maniera occulta da potenze straniere in Italia non toccheranno più terra".

In una lunga intervista al Corriere della Sera, Salvini ammette che l'obiettivo del governo italiano al vertice europeo appena concluso era la riforma del Trattato di Dublino. "Ma - aggiunge - il fatto di avere messo nero su bianco che chi viene salvato nelle acque maltesi o italiane non necessariamente finirà in Italia è un qualcosa che ci aiuterà non poco". Insomma, a detta del titolare del Viminale, Conte è stato bravo. "Ma siamo a metà dell'opera - si affretta ad aggiungere - il fatto è che Emmanuel Macron continua a provocare. È presidente della Repubblica e io credo dovrebbe dialogare". Non solo. Nonostante abbia blindato il confine a Ventimiglia persino per i lavoratori italiani e abbia accolto 600 migranti sui 9000 che avrebbe dovuto farsi carico la Francia, Macron punta a passare per quello buono e a far passare Salvini per il cattivo. "Lo fa perché in patria è già ai minimi storici - commenta il leghista - non era stato eletto per vietare i telefonini in classe: è giusto, certo. ma i francesi credo puntassero ad altro".

Il prossimo appuntamento di Salvini sarò alla prima riunione dei ministri dell'Interno, a Innsbruck il 12 luglio.

"E lì - mette in chiaro - vedremo di ampliare ulteriormente il nostro peso e le nostre alleanze. Se ti rispettano, ti ascoltano. Se no, ti ignorano - chiosa - come dimostrano tutte le direttive di questi anni, dannosissime per l'Italia".

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