I residenti sollevati ma anche esasperati dopo tre giorni di limitazioni, auto spostate e perfino un censimento. I commercianti: «Comunque danneggiati» Trastevere respira: «Ma quanti disagi inutili» Nel rione sollievo per il cambio di programma in ext

Non andrà a Trastevere oggi George W. Bush. Il presidente americano infatti riceverà la delegazione della comunità di Sant’Egidio direttamente nell'ambasciata a stelle e strisce in via Veneto. Paradossalmente però a lamentarsi di più continuano a essere gli abitanti dello storico rione romano rispetto a quello di Barberini. Tre giorni di limitazioni (cassonetti spostati, auto rimosse, parcheggi vietati) e di controlli, anche porta a porta, hanno esasperato chi a Trastevere vive e lavora.
«La nostra attività è già stata compromessa - si lamenta Anna, un negozio di alimentari in via San Francesco a Ripa -. Nessuno ci ha comunicato che Bush non passerà di qua. E con ogni probabilità domani avrò meno clienti del solito visto che la gente non lo sa». I controlli iniziati martedì si sono intensificati via via nei giorni. «È stato fatto un vero e proprio censimento di chi vive e lavora qui - continua Anna -. Hanno voluto i documenti di tutti altrimenti sabato non avrebbero fatto entrare nessuno nella zona». Da giovedì lo spostamento delle auto. «Quello è stato l’unico vero fastidio per noi residenti - le parole di Carmen - per il resto ci abbiamo riso. Abito qui dal 1979 e Trastevere è abituato ad accogliere personaggi importanti. Secondo me si è esagerato da parte dei commercianti e della stampa. Forse si aveva un interesse a creare l'evento mediatico». «Quattro giorni di disagi e poi siamo venuti a sapere che è stato tutto inutile - dice sconsolata Roberta, un negozio di biancheria per la casa in via Natale del Grande -. Oggi (ieri, ndr) ha girato pochissima gente, i giorni scorsi invece il flusso è stato normale». E in effetti tra via san Francesco a Ripa, piazza san Cosimato e piazza Santa Maria in Trastevere passeggiano pochissime persone. «Diciamo che eravamo rassegnati - commenta Simonetta -. Fortunatamente ho un garage per cui non ho avvertito i problemi di altre persone che hanno un’auto. Comunque alla fine meglio così. Ci era stato detto che sabato avremmo avuto problemi anche ad uscire di casa. E che, in ogni caso, era consigliato di avere con sé un documento».
Se Trastevere tira un sospiro di sollievo per la mancata visita del presidente statunitense, in zona Barberini i disagi sono stati più contenuti. Sia perché non è una zona residenziale ma di uffici, sia perché le strade sono più larghe e i controlli di conseguenza sono stati più discreti. «Ci siamo abituati - racconta Francesco, una pizzeria in via di San Basilio - qui è sempre così. Io ho avuto i soliti clienti. Anzi, per essere precisi ne ho avuti di più con tutte le forze dell’ordine impegnate nei controlli. Unico disagio, dovrò portare i prodotti al locale di domenica e non domani come al solito». A Francesco fa eco Maria Grazia che lavora proprio di fronte all’ambasciata. «Non si può parcheggiare, c’è tantissima polizia tanto che sembra di essere in una zona di guerra - racconta - ma in fondo è così dal 2001 ormai». Per Daniela, ufficio in via Bissolati vicino largo Santa Susanna, «in fondo non ci sono stati grossi disagi, solo oggi si è notato un grande dispiegamento di polizia ma venendo con i mezzi pubblici la maggior parte di noi non ha avuto problemi». A differenza di Trastevere nessun controllo a tappeto, nessuna richiesta di documenti per strada o direttamente porta a porta.

«Nessun controllo particolare o problemi irrisolvibili», racconta Roberto che abita in via Molise, a due passi dall’ambasciata. I paradossi di una settimana schizofrenica per la Capitale che tratterrà il respiro fino a domani mattina quando Bush ripartirà per l’Albania. E la situazione tornerà alla normalità, a Trastevere come in via Veneto.

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