Inchiesta G8, il Riesame: inchiesta resta a Perugia

I documenti sequestrati ad Anemone provano che molti vip sono passati da lui: leggi la lista 1 - 2. Ma il costruttore non collabora. I suoi avvocati: "Nessuna dichiarazione spontanea". Berlusconi teme per altri due ministri: non difenderemo chi ha pensato al proprio arricchimento. Il Guardasigilli: "La lista dovrà essere verificata"

Inchiesta G8, il Riesame: inchiesta resta a Perugia

Roma - L’inchiesta sugli appalti resta a Perugia. Lo ha deciso il tribunale del Riesame che non ha accolto l’appello dei pubblici ministeri Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi. Il Riesame ha anche rigettato la richiesta per il commercialista Stefano Gazzani e l’ex commissario per i mondiali di nuoto a Roma Claudio Rinaldi.

Anemone non collabora Ii legali dell'imprenditore Anemone hanno sottolineato che il loro assistito non ha reso interrogatori "o fatto dichiarazioni spontanee e soprattutto non ha fatto alcuna ammissione". Oggi alcuni quotidiani scrivevavo che Diego Anemone, l’imprenditore al centro della cricca degli appalti, ha cominciato a fare le prime ammissioni e con le sue risposte ha già smentito il generale della Guardia di Finanza ora all’Aisi Francesco Pittorru, beneficiario di due case a Roma pagate in parte con gli assegni dell’architetto Angelo Zampolini. Anemone, sempre secondo quanto riportano i quotidiani, avrebbe cominciato a parlare con gli investigatori il 5 maggio, il giorno dell’uscita dal carcere di Rieti dove era detenuto dal 10 febbraio scorso. Davanti a lui si presentano gli uomini della Guardia di Finanza, con un decreto di perquisizione, spiegandogli che nel corso dell’interrogatorio il generale Pittorru ha raccontato che i soldi per l’acquisto delle due case a Roma erano un prestito di Anemone e che c’era una scrittura privata a dimostrarlo, custodita in una casa di sua proprietà in Sardegna. I pm non credono a questa versione ma danno al generale qualche giorno per recuperarla. Quando però l’ufficiale si ripresenta ai magistrati, sostiene che le carte gli sono state rubate. Anemone smentisce questa versione e agli investigatori - scrivono i quotidiani - dice che non c’è mai stata una scrittura privata tra i due e di non aver mai concesso al generale un prestito.

Procura Roma: "La lista ci è sconosciuta" La cosiddetta "lista segreta" dell’imprenditore Diego Anemone, finito in manette nell’inchiesta sui grandi appalti del G8 e sulle "grandi opere", non è mai stata portata a conoscenza della procura di Roma. È quanto afferma in una nota lo stesso procuratore capo di Roma, Giovanni Ferrara, in riferimento alla lista acquisita dalla Guardia di Finanza, con nomi di politici, magistrati ed esponenti delle forze dell’ordine a cui il costruttore Anemone aveva fatto favori". Si precisa - si legge in una nota del procuratore Ferrara - che la cosiddetta ’lista Anemonè relativa ai soggetti che hanno usufruito di prestazioni da parte delle imprese riferibili all’imprenditore, non è mai stata trasmessa, comunicata o comunque portata a conoscenza della procura della Repubblica di Roma".

La procura di Firenze: mai vista la lista Anche dalla procura di Firenze dicono di non aver mai visto la cosiddetta "lista Anemone". I magistrati fiorentini continuano a indagare sul filone relativo alla scuola marescialli dei Carabinieri, per il quale, salvo richieste di riti alternativi, il 15 giugno a Firenze si aprirà il processo per Balducci, De Santis, Guido Cerruti e Francesco Maria De Vito Piscicelli.

Il "mondo" nell'elenco di Anemone Della lista Anemone non si fa un riferimento specifico, ma sono in molti nelle imprese di Anemone, il 14 ottobre del 2008, a preoccuparsi della perquisizione della Guardia di Finanza. Una perquisizione in cui i militari prendono, tra l’altro, un computer del fratello di Diego Anemone, Daniele, "con dentro il mondo" dice una segretaria intercettata sottolineando che "hanno stampato gli elenchi di personale vecchio, lavori, ’ste cose qua". È quanto emerge da una relazione del ros di Firenze del 27 ottobre 2008. Dalle intercettazioni emerge il tentativo di Anemone di entrare in contatto con qualcuno che lo possa aiutare, attivandosi per un incontro nei pressi del Comando generale della Gdf e chiedendo a un amico "di segnalare ad un soggetto con cui sono stati a cena la sera prima che i ragazzi suoi stanno procedendo ad un controllo". E poi c’e il 'lavoro' del commercialista Gazzani, che ha un «referente» che gli dà buone notizie. "Con tono preoccupato - scrivono i ros - Daniele Anemone informa il fratello Diego di aver appena saputo che i finanzieri hanno messo mano al suo computer, lasciando intendere che ha paura che vengano individuati dei dati riferiti a dei conti particolari". Anche la segretaria riferisce a Diego Anemone che "hanno aperto il computer di Daniele, la cassaforte pure hanno aperto". E quando Anemone chiede di sapere cosa ci fosse nel pc, "Daniele - gli viene risposto - ha detto ’c’è questo mondo e quell’altrò. Però ho visto che stampavano gli elenchi di personale vecchio, lavori, ’ste cose qua". Più tardi, scrivono i ros, Gazzani chiama Diego Anemone e "gli fa pervenire il messaggio criptato che per risolvere il problema gli è stato riferito dal suo referente che è inutile interessare gli alti ufficiali ma è sufficiente intervenire sugli operanti e se ne occupa lui". Il 15 ottobre, dopo un incontro con il "referente", Gazzani chiama Anemone: "Io domani mattina vado alla Ferratella. Se tu mi fai uno squillo, io scendo giù che ti devo dare un bel pò di buone notizie". Anemone chiama anche Angelo Balducci: "Tanto tu sei intelligente, ascolta - gli dice - Hai visto tu mi hai mandato da quel signore di Merulana tempo indietro? Ecco mi si è verificata la stessa cosa a me. Apposta son ritornato. Eh, però è una cazzata proprio". Merulana, si scoprirà più tardi, è anche la strada dove ha comprato casa il generale della Gdf Francesco Pittorru, operazione ora nel mirino delle fiamme gialle.  

Il pc del commercialista Gazzani La procura di Perugia scava nei computer di Stefano Gazzani, il commercialista di Diego Anemone e di altri personaggi coinvolti nell’inchiesta sugli appalti per i Grandi eventi. I pc sono stati sequestrati dai magistrati del capoluogo umbro. Gli inquirenti stanno ora verificando il contenuto ed esaminando tutti i file all’interno. Si tratta di una notevole quantità di documenti ora al vaglio degli investigatori. I pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi sono inoltre in attesa delle rogatorie disposte su diversi conti esterni ritenuti riconducibili a personaggi coinvolti nell’inchiesta. In particolare a San Marino e in Lussemburgo ma anche in altri Paesi esteri. Gli stessi pm sono pronti in qualsiasi momento ad ascoltare Anemone. Attesa anche per la decisione del tribunale del riesame sulla competenza territoriale.

Alfano: "Verificare la lista" "Non siamo di fronte a una nuova tangentopoli; siamo di fronte a episodi che se fossero veri meriterebbero una severa punizione dei colpevoli", ha affermato il ministro della Giustizia Angelino Alfano spiegando che "siamo di fronte a episodi che se fossero veri meriterebbero una severa punizione dei colpevoli. Chi è chiamato a occuparsi della cosa pubblica amministra il denaro dei cittadini e lo deve fare con rigore morale e severità". "Si tratta di una lista che dovrà essere verificata in termini di liceità dei comportamenti - ha continuato Alfano - non so se i nomi pubblicati nella lista sono beneficiari di favori hanno regolarmente pagato".



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