Incidenti: Portuense strada di sangue

Via Portuense, strada killer della capitale. Ottiene il triste primato della più pericolosa, seguita dalla Cristoforo Colombo, Casilina, Prenestina e Tiburtina. A fotografare la situazione da «bollettino di guerra» è l’analisi dell’incidentalità e della mortalità del Comune e della Provincia presentata ieri mattina a Palazzo Valentini dal presidente della consulta provinciale per la sicurezza stradale, Marcello Aranci, dal delegato del sindaco Roberto Cantiani, dal vice prefetto aggiunto Daniela Caruso e dai rappresentanti dell’Aci.
I dati svelano un quadro drammatico per la Portuense, che ha visto salire le vittime da una a otto dal 2007 e al 2008.
La Colombo, invece, è la strada con più alto tasso di incidentalità: 939 scontri e 7 morti nel 2007, 904 e 5 morti nel 2008. Sulla Prenestina, poi, due anni fa hanno perso la vita sei persone e cinque sulla Casilina, dove si sono registrati 916 incidenti. La proiezione del 2009, invece, lascia ben sperare per quest’ultima strada, perché si prevedono solo due vittime grazie soprattutto ai lavori per la metropolitana, che hanno determinato rallentamenti e sicuramente una presenza massiccia dei vigili. «Sono dati positivi - ha detto Cantiani - e con il prossimo anno partiranno nuovi attraversamenti in tutta la città e il bando per la nuova manutenzione stradale. Certo bisogna investire sulla sicurezza dei soggetti deboli, come i pedoni e i ciclisti».
Grazie alle cifre svelate dalla municipale è possibile tracciare una mappa dei municipi più «pericolosi». La maglia nera 2008 spettava al I con 3.828 incidenti, 2.184 feriti e 17 morti, seguito dal XII. Il più «virtuoso», invece, è stato il IX: 2098 sinistri, nessuna vittima, 269 cittadini finiti in ospedale. Per quanto riguarda le proiezioni del primo trimestre 2009 il peggior municipio è il XIII con 2.290 incidenti e 20 vittime, seguito dal X con 18 morti. «A gennaio presenteremo un piano di assetto sulla sicurezza stradale - ha detto Caruso - il prefetto lo aveva chiesto a giugno in base ai cambiamenti avuti sulle strade, legati alle diverse attività, anche commerciali, che si sono avute».
C’è comunque un generale ottimismo, perché in questi cinque anni c’è stata una riduzione degli incidenti del 15 per cento in tutta la provincia e del 16, se si considera solo il comune di Roma, dove la mortalità è scesa del 24 per cento. Basta confrontare i numeri del 2005 con quelli del 2008: 21.902 scontri contro 18.181, 28.653 feriti contro 22.198 e 237 morti contro 190. Le proiezioni per il 2009 danno invece a Roma 22.198 feriti e 180 vittime.
«I più colpiti sono pedoni, ciclisti e scooteristi», ha detto Aranci. «Stiamo rispondendo bene al trend Ue - ha aggiunto Cantiani - sappiamo che a Roma il 55 per cento degli incidenti avviene in scooter, per cui dobbiamo tutelare le utenze deboli». Le campagne di sensibilizzazione degli automobilisti e dei cittadini e l’intensificazione dei controlli e dei posti di blocco sulle strade durante i week-end, sono riusciti a porre un freno alle stragi del dopo discoteca.

Gli incidenti nel fine settimana sono infatti diminuiti, anche se il venerdì resta la giornata più triste per numero di vittime. Infine per quanto riguarda le fasce orarie le cifre parlano chiaro: a fronte di una minore incidentalità notturna corrisponde un numero più alto di morti.

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